La Banca d'Italia ha pubblicato, nell'ambito della serie «Questioni di Economia e Finanza» (Occasional papers), il volume numero 152 di Febbraio 2013, avente ad oggetto «Le reti di imprese» (download .pdf).
 
Abstract
«Il lavoro studia le aggregazioni fra imprese e in particolare il contratto di rete, introdotto in Italia nel 2009. Tale strumento risponde a un’esigenza di flessibilità degli operatori, non soddisfatta dalle forme tradizionali di coordinamento; tuttavia, l’indeterminatezza dei suoi contenuti, rimessi alla volontà delle parti, può ridurre l’affidabilità dello strumento nei rapporti con i terzi: benefici sotto tale profilo potrebbero derivare da una standardizzazione dei contenuti, non vincolante, volta ad orientare gli operatori verso modelli più efficienti, accrescendone l’utilità. Il contratto di rete, inoltre, si inserisce in un quadro frammentario di incentivi fiscali analoghi nelle finalità ma rivolti a varie forme di coordinamento, che possono distorcere le scelte degli operatori. Ai nuovi contratti di rete hanno aderito imprese che avevano spesso rapporti preesistenti e localizzate in aree ad alta intensità distrettuale; tuttavia, i confini territoriali delle reti sono di frequente più ampi dei tradizionali distretti. La probabilità che un’impresa aderisca a una rete è positivamente correlata con la dimensione e la crescita e negativamente con la redditività».
 

Potrebbe anche interessarti:

Gli elementi obbligatori del contratto di rete

Differenza tra reti soggetto e reti contratto

La differenza tra consorzio e rete di impresa contratto

Il contratto di rete per l'efficientamento delle risorse

La rete di imprese come soluzione efficace al cambiamento

Entro il 28 febbraio il deposito del bilancio delle reti soggetto

 

Per informazioni e richieste consulenza scrivere a      Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.