Nel mondo competitivo degli affari, la strategia di prezzo di un prodotto è un elemento chiave che può fare la differenza tra il successo e il fallimento. Due fattori cruciali che influenzano la determinazione del prezzo di un prodotto sono il branding e la distribuzione. In questo articolo, esploreremo come il brand e la rete di distribuzione possano avere un impatto significativo sul prezzo di un prodotto, utilizzando un esempio concreto per illustrare questa dinamica.
L'acqua minerale Sant'Anna vs. L'acqua Blues di Eurospin: Un confronto interessante
Per comprendere meglio l'importanza del branding e della distribuzione, prendiamo in considerazione l'acqua minerale Sant'Anna e l'acqua Blues di Eurospin. Entrambe queste acque hanno caratteristiche simili: sono a bassa mineralizzazione e provengono dalla stessa fonte, la fonte Rebruant. Sono perfino imbottigliate dalla stessa azienda, Fonti di Vinadio. In termini di prodotto, le differenze sono minime.
Tuttavia, il prezzo racconta una storia diversa. Una bottiglia da 1,5 litri di Sant'Anna ha un costo di circa 0,44€, mentre l'acqua Blues di Eurospin costa solo circa 0,25€. Questa differenza di prezzo solleva una domanda fondamentale: perché?
La potenza del Branding
Da un lato, il brand ha un impatto significativo sul prezzo di un prodotto. Il brand Sant'Anna ha costruito una reputazione di qualità che giustifica un prezzo più elevato. Questa reputazione è stata ottenuta attraverso una strategia di branding efficace e coerente che ha instillato fiducia nei consumatori. Il marchio Sant'Anna è diventato sinonimo di purezza e affidabilità, il che permette di adottare un prezzo premium.
L'influenza della Distribuzione
Dall'altro lato, la distribuzione è una leva potente per determinare il prezzo di un prodotto. Eurospin, con la sua vasta rete di punti vendita, è in grado di offrire l'acqua Blues a un prezzo inferiore. Inoltre, vendendo il prodotto sotto il proprio brand, Eurospin può evitare intermediari, riducendo così i costi complessivi. Questo gli consente di offrire l'acqua a un prezzo molto competitivo, conquistando un segmento di mercato più orientato verso l'acquisto basato sul prezzo.
Branding e Distribuzione come elementi chiave del prezzo
L'esempio dell'acqua minerale Sant'Anna e dell'acqua Blues di Eurospin mette in evidenza l'importanza del branding e della distribuzione nel determinare il prezzo di un prodotto. Un brand forte può giustificare un prezzo premium, mentre una rete di distribuzione efficace può consentire prezzi più competitivi. Gli imprenditori e i responsabili delle decisioni aziendali devono essere consapevoli di come queste due leve possano influenzare la strategia di prezzo e devono bilanciare accuratamente questi fattori per raggiungere il successo nel mercato. La combinazione giusta di branding e distribuzione può aprire porte a nuove opportunità e fidelizzare i clienti, garantendo così una crescita sostenibile.
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Inconsapevolezza e ignoranza
Molte aziende si trovano in uno stato di inconsapevolezza, incapaci di riconoscere lacune fondamentali. L'ignoranza spaventosa nell'adozione di pratiche e l'assenza di basi solide mettono a rischio la stabilità aziendale.
Strategia chiara e definizione dei ruoli: Il primo pilastro
Il primo passo per colmare queste lacune è stabilire una strategia aziendale chiara e definire ruoli precisi. Questo previene sovrapposizioni e tensioni, creando una base solida per il successo aziendale.
L'eterno alibi: "È difficile"
L'abitudine a utilizzare l'alibi dell'impossibilità è un ostacolo da superare. Affrontare le sfide richiede coraggio e un cambio di mentalità. "È difficile" non può essere una giustificazione per evitare il necessario cambiamento.
Azioni concrete per colmare le lacune
-Audit e valutazione continua
Un'analisi approfondita delle competenze attuali e delle lacune è fondamentale. L'audit costante identifica aree di miglioramento.
-Formazione e sviluppo
Investire nella formazione continua è un passo essenziale. Mantenere le competenze del team al passo con le evoluzioni del settore è vitale.
-Collaborazione e trasparenza
Una cultura di collaborazione e trasparenza favorisce la condivisione di conoscenze. Un team informato è un team più forte.
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Misurare il costo finanziario della mancanza di competenze è il secondo passo. Questa analisi fornisce una prospettiva finanziaria chiara, rafforzando la necessità di investire nella formazione.
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“Le aziende prestano troppa attenzione a quanto costa fare certe cose. Dovrebbero preoccuparsi di più di quanto costa non farle” - Philip Kotler
Il caro vita fa frenare i consumi. L’erosione del potere d’acquisto e dei risparmi inizia a incidere sulla spesa delle famiglie che, se non ci saranno inversioni di tendenza, dovrebbe diminuire nel secondo semestre di -3,7 miliardi rispetto ai primi sei mesi dell’anno.
È quanto emerge dalle previsioni elaborate dal Centro Europa Ricerche per Confesercenti.
A causa della frenata del secondo semestre, a fine anno la crescita complessiva della spesa delle famiglie dovrebbe attestarsi sul +0,8%, contro il +4,6% dello scorso anno. A penalizzare le scelte di consumo una combinazione di fattori. In primo luogo, il lungo periodo di alta inflazione, che ha ridotto la capacità di spesa degli italiani: il rientro è in atto, ma è meno veloce di quanto atteso, con un aumento tendenziale dei prezzi che ad agosto si è confermato ancora sopra la soglia del 5% (+5,4%). All’erosione del potere d’acquisto si aggiunge quella dei risparmi, utilizzati dalle famiglie nella prima fase dell’aumento dei prezzi per mantenere i livelli di consumo precedenti: un margine di manovra che, dopo quasi due anni di corsa dei prezzi, si è ormai fortemente ridotto.
A frenare i consumi anche l’aumento dei tassi di interesse portato avanti dalla BCE, ormai giunta al decimo rialzo consecutivo: una decisione presa per contrastare l’inflazione, ma che purtroppo influenza negativamente la capacità di spesa delle famiglie – in particolare di quelle con un mutuo a tasso variabile – impattando sulla crescita complessiva dell’economia. L’aumento dei tassi di interesse arriva inoltre in quadro di rapido peggioramento dell’economia. I fattori propulsivi della ripresa post pandemica si stanno spegnendo, con un forte indebolimento, in particolare, degli impulsi provenienti da esportazioni e investimenti, il cui contributo alla crescita del PIL è in calo.
La variazione del Prodotto interno lordo torna quindi a dipendere in massima parte dalla dinamica dei consumi, purtroppo in rallentamento. La quota complessiva dei consumi sul PIL dovrebbe attestarsi al 59,3%, dal 59,8% dello scorso anno, ma al netto dell’inflazione darebbe un contributo reale del 58,4%, il più basso dall’inizio del secolo (nel 2000 era il 59,9%).
Nel complesso, questi andamenti abbasserebbero la crescita del PIL del secondo semestre al +0,1%, dall’+1,2% del primo semestre. Su base annua la crescita 2023 si arresterebbe quindi allo 0,7%, contro l’1% fissato come obiettivo nel DEF.
Invertire la tendenza è possibile, me occorre agire tempestivamente. Per riportare la crescita in linea con gli obiettivi occorrerebbe una maggiore crescita dei consumi di 4 miliardi nel secondo semestre, con contributo alla crescita del PIL che salirebbe da 0,6 a 0,9 punti. Considerando che la propensione al consumo è oggi pari al 93%, questo aumento di spesa potrebbe essere ottenuto detassando per 4,3 miliardi le tredicesime. Un minor introito che però verrebbe parzialmente recuperato: la maggiore crescita e la maggiore spesa per consumi generate dalla detassazione delle tredicesime porterebbero ad un aumento di gettito di 1,3 miliardi, riducendo il costo del provvedimento per il bilancio pubblico a 3 miliardi.
Comunicato stampa
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Comunicato Stampa N° 143 del 15/09/2023
Il Ministero dell’economia e delle finanze comunica che nei mesi gennaio-luglio 2023 le entrate tributarie e contributive sono state rispettivamente pari a 309.164 milioni di euro e 152.836 milioni di euro, registrando una variazione complessiva del +6,9% (+30.913 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Tale andamento è in linea con quanto già indicato nel DEF e incorporato nel calcolo dei tendenziali contenuti nel suddetto documento.
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I dati qui presentati incorporano la revisione dei conti nazionali annuali relativa al triennio 2020-2022, effettuata per tenere conto delle informazioni acquisite dall’Istat dopo la stima pubblicata lo scorso aprile. In particolare, le stime dell’anno 2021 incorporano i dati definitivi sui risultati economici delle imprese e quelli completi relativi all’occupazione.
Nel 2022 il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 1.946.479 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 37.325 milioni rispetto alla stima di aprile scorso. Per il 2021 il livello del Pil
risulta rivisto verso l’alto di 34.670 milioni di euro.
Nel 2022 il tasso di variazione del Pil in volume è pari a 3,7%, invariato rispetto alla stima di aprile. Sulla base dei nuovi dati, nel 2021 il Pil in volume è aumentato dell’8,3%, al rialzo di 1,3 punti percentuali rispetto alla stima di aprile.
Nel 2022 gli investimenti fissi lordi sono aumentati in volume del 9,7%, i consumi finali nazionali del 3,9%, le esportazioni di beni e servizi del 9,9% e le importazioni del 12,4%.
Il valore aggiunto in volume nel 2022 è diminuito dello 0,2% nell’industria in senso stretto e del 2,1% nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, mentre è aumentato del 10,1% nelle costruzioni e del 4,5% nel settore dei servizi.
L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è pari nel 2022 a -8,0% (-8,8% nel 2021), invariato rispetto alla stima pubblicata ad aprile. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è pari a -3,8% del Pil.
Il commento
La stima aggiornata dei conti economici nazionali conferma il tasso di crescita del Pil in volume nel 2022, pari al 3,7%, a fronte di una crescita dell’8,3% nel 2021, al rialzo di 1,3 punti percentuali rispetto alle stime diffuse ad aprile 2022 (si veda la Nota informativa allegata a questo comunicato). Dal lato della domanda, a trainare la crescita del Pil nel 2022 è stata la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito contributi negativi. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, si confermano la contrazione in agricoltura e gli aumenti consistenti del valore aggiunto nelle costruzioni e nella maggior parte dei comparti del terziario. L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è risultato pari al -8% del Pil, in miglioramento rispetto al 2021, soprattutto per effetto del buon andamento delle entrate e del più contenuto aumento delle uscite.
Comunicato stampa ISTAT 22 settembre 2023
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Comunicato stampa ABI
Con riferimento ai tassi applicati sui mutui per acquisto abitazioni, l’ABI segnala che negli ultimi 4 mesi il tasso medio sui mutui a tasso fisso è diventato sempre più inferiore a quello dei mutui a tasso variabile. In particolare, a luglio 2023 il tasso sui mutui a tasso fisso è stato il 4,04% rispetto al 4,59% di quelli a tasso variabile; a giugno 2023 4,13% rispetto a 4,47%; a maggio 2023 4,15% rispetto 4,40%; ad aprile 4,06% rispetto 4,33%.
Tassi sui mutui a tasso fisso inferiori o in linea con i mutui a tasso variabile si erano registrati anche nel 2020 e 2021: i mutui a tasso fisso sottoscritti nel 2020 mantengono un tasso medio dell’1,31% e quelli sottoscritti nel 2021 dell’1,40%, nonostante gli aumenti dei tassi BCE.
I mutui a tasso fisso, in una fase di rialzo dei tassi di interesse, mantengono la rata di rimborso costante e quindi permettono di non subire gli effetti determinati da tali rialzi.
Il mutuo è un prestito sottoscritto per un periodo molto lungo e quindi è necessario valutare le diverse offerte sul mercato per scegliere la tipologia più adatta alle proprie esigenze.
In particolare, nella scelta del mutuo occorre valutare la propria capacità reddituale, attuale e prospettica, oltre a considerare l’evoluzione futura dei tassi di interesse.
Roma, 18 settembre 2023
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Istituito il codice tributo "7056” denominato “credito d’imposta per l’acquisto del gasolio a favore delle imprese esercenti le attività di trasporto di merci in conto proprio - Articolo 14, comma 1, lettera a), primo e secondo periodo, del decreto legge 23 settembre 2022, n. 144.
Dall' 11 al 29 settembre 2023, è attiva la piattaforma per richiedere il credito d’imposta destinato alle imprese di autotrasporto merci per conto proprio. Introdotto dal decreto "Aiuti-ter" per mitigare gli aumenti dei costi del carburante, questo credito rappresenta un sostegno concreto agli autotrasportatori. In questo articolo, esploreremo le principali informazioni riguardanti il tax credit carburante per l'autotrasporto, dalle modalità di richiesta all'utilizzo del bonus.
Autotrasporto per Conto Proprio: Cosa Copre il Bonus Carburante?
Il credito d’imposta è concepito per offrire un parziale ristoro degli aumenti dei costi del carburante subiti dagli autotrasportatori nel primo trimestre del 2022. Il contributo straordinario può coprire fino al 28% della spesa sostenuta in questo periodo.
Limite dei fondi stanziati 85 milioni di euro (du' spicci).
Modalità di presentazione delle istanze:
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha delineato chiaramente le modalità di presentazione delle istanze. La finestra temporale per la presentazione va dalle ore 15 dell'11 settembre fino alle 23:59 del 29 settembre 2023. L'accesso alle istanze avviene esclusivamente attraverso la piattaforma implementata dall'Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli.
Documentazione necessaria:
Nella pagina dedicata al tax credit sul sito del ministero, è possibile trovare i file necessari per l'inserimento dei dati relativi alle fatture di acquisto e agli automezzi riforniti con il gasolio acquistato. Prima di caricare i documenti sulla piattaforma, è essenziale salvarli nel formato CSV.
Requisiti per accedere al bonus Carburante:
Il bonus carburante è destinato agli autotrasportatori che abbiano sostenuto spese per l'acquisto di carburante nel periodo gennaio-marzo 2022. I veicoli ammissibili devono avere una massa totale pari o superiore a 7,5 tonnellate e devono essere equipaggiati con motori diesel di categoria Euro 5 o superiori.
Come fare la domanda:
L'istanza può essere presentata tramite l'apposita piattaforma dell'Agenzia delle Dogane, a partire dalle ore 15 dell'11 settembre fino alle 23:59 del 29 settembre 2023. L'accesso alla piattaforma può avvenire attraverso SPID, Carta Nazionale dei Servizi o Carta di Identità Elettronica.
Utilizzo del bonus autotrasportatori:
Il credito riconosciuto può essere utilizzato esclusivamente in compensazione tramite la presentazione del modello F24, effettuata attraverso i servizi telematici dell'Agenzia delle Entrate. È fondamentale notare che questo credito non concorre alla formazione del reddito d'impresa né della base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive.
Ultima ora:
L’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione n. 63/2023 del 24 novembre 2023, ha istituito il codice tributo "7056” denominato “credito d’imposta per l’acquisto del gasolio a favore delle imprese esercenti le attività di trasporto di merci in conto proprio - Articolo 14, comma 1, lettera a), primo e secondo periodo, del decreto legge 23 settembre 2022, n. 144”.
Si ricorda che il modello F24 deve essere presentato esclusivamente tramite i servizi telematici messi a disposizione dall'Agenzia delle entrate, pena il rifiuto dell'operazione di versamento entro il 31 dicembre 2023.
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Nel mondo degli affari, la determinazione del valore di un'azienda è una questione cruciale che può influenzare decisioni significative, come fusioni e acquisizioni, vendite, investimenti e successione aziendale. Due concetti chiave in questo contesto sono la "valutazione" e il "prezzo" di un'azienda. Anche se spesso vengono utilizzati in modo intercambiabile, è importante comprendere la distinzione tra questi due termini e come ciascuno di essi svolge un ruolo fondamentale in diverse situazioni.
La Valutazione: Scoprire il Valore intrinseco
La valutazione di un'azienda è un processo mirato a determinare il suo valore intrinseco o fondamentale. In altre parole, quanto vale l'azienda sulla base di fattori come le sue attività, i suoi flussi di cassa futuri, la sua posizione di mercato e altri aspetti fondamentali. La valutazione è spesso eseguita per scopi interni, come la pianificazione strategica, la gestione finanziaria e la valutazione delle stock option dei dipendenti. Può anche servire come punto di partenza per trattative future.
Nel processo di valutazione, vengono utilizzati diversi metodi, tra cui il metodo dei multipli (comparando l'azienda con aziende simili), il metodo dei flussi di cassa scontati (stimando il valore attuale dei flussi di cassa futuri) e il metodo del valore contabile (basato sui dati contabili dell'azienda). La valutazione è flessibile e può produrre una gamma di valori in base agli approcci utilizzati.
Il Prezzo: La Realizzazione del Valore nella transazione
Il prezzo di un'azienda rappresenta il valore monetario effettivo che un acquirente è disposto a pagare per acquisirla in una specifica transazione di vendita o fusione. Questo valore è influenzato da una serie di fattori, tra cui la domanda di mercato, la situazione finanziaria dell'acquirente, la concorrenza e la disponibilità di finanziamenti. Il prezzo è specifico di una transazione e viene determinato attraverso negoziati tra il venditore e l'acquirente.
Il prezzo di un'azienda può variare notevolmente da un'operazione all'altra. Può essere influenzato dalla percezione dell'azienda da parte dell'acquirente, dalle condizioni del mercato e dalle circostanze specifiche della transazione. Il prezzo rappresenta il valore finale concordato tra le parti coinvolte nell'affare e tiene conto di tutti gli elementi negoziati.
Comprendere la Differenza: Importante per le Decisioni Aziendali
La comprensione della differenza tra valutazione e prezzo è essenziale per prendere decisioni aziendali informate. La valutazione offre una stima oggettiva del valore intrinseco dell'azienda, fornendo un punto di riferimento per la gestione finanziaria e la pianificazione strategica. D'altra parte, il prezzo riflette il valore effettivo in una specifica transazione e può variare in base a numerosi fattori.
Nel processo di compravendita o fusione di un'azienda, è importante che le parti coinvolte lavorino insieme per negoziare un prezzo equo che tenga conto dei fattori specifici alla transazione e del valore intrinseco dell'azienda. La differenza tra la valutazione e il prezzo può essere dovuta a molteplici fattori, ma una negoziazione ben condotta può aiutare a raggiungere un accordo che soddisfi entrambe le parti.
In breve, mentre la valutazione riflette il valore intrinseco di un'azienda, il prezzo rappresenta il valore effettivo in una transazione specifica. Entrambi i concetti svolgono un ruolo fondamentale nelle decisioni aziendali e devono essere compresi in modo adeguato per prendere decisioni informate e raggiungere accordi soddisfacenti nelle operazioni aziendali.
Attento imprenditore
Gli equilibri aziendali da monitorare
Indipendenza e obiettività del revisore
Il Perché, il Cosa e il Come nel Business
Conseguenze mancanza adeguati assetti
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