In un periodo di forte crisi gli statunitensi investono sempre più nell'istruzione, con il palese obiettivo di migliorare la propria condizione lavorativa e, conseguentemente, la qualità di vita.
Già oggi più del 60% dei cittadini USA tra i 24 ed i 44 anni è laureato o diplomato ed il trend delle iscrizioni universitarie dai primi anni del Duemila è in costante crescita ed è previsto un ulteriore consolidamento (+260mila iscritti all'anno per i prossimi 10 anni).

 
Ottenere un titolo di studio universitario, però, è piuttosto costoso e quindi gli studenti - e le loro famiglie - ricorrono agli student loans (prestiti studenteschi), sobbarcandosi un debito nella speranza di poterlo ripagare una volta iniziata un'attività remunerata. L'importo medio impiegato dagli universitari è, infatti, ingente; con cifre che nel 2014-2015 vanno dai 16mila ai 46mila dollari in relazione alla durata del corso, all'istituto scelto ed alla residenza.
 
All'aumento dei costi in capo agli studenti ha contribuito naturalmente la crisi che dal 2007 ha imposto alle amministrazioni americane forti tagli agli istituti di istruzione pubblici e privati, determinando un necessario aumento delle tasse di iscrizione, calcolato addirittura in 1.265 punti percentuali in più rispetto al 1978.
Tali incrementi hanno prodotto - e continuano a produrre - l'espansione di prestiti per motivi di studio, fino ad arrivare nell'anno accademico 2012-2013, ad un debito medio di $ 27.000 per laureato (+13% rispetto al 2007-2008).
 
Più volte il legislatore USA è intervenuto per introdurre condizioni agevolate da parte degli istituti federali per l'accesso e il rimborso degli student loans, rendendoli la tipologia di finanziamento con un incremento verticale (+365% circa rispetto al 2003) senza pari negli altri settori del credito, come prestiti ipotecari e mutui, i debiti contratti con carte di credito e prestiti per l'acquisto di automobili.
In questo modo, oggi circa 40 milioni di americani hanno debiti connessi ai costi di formazione; debiti che rappresentano il 10% del totale dei debiti delle famiglie USA (il 70% riguarda i mutui).

I redditi notevolmente inferiori rispetto al passato percepiti dai neo laureati sta spingendo la percentuale di insolvenza degli student loans fino al 9%, destando la preoccupazione degli analisti e dei policy makers d'oltreoceano, i quali iniziano a valutare gli effetti economici e sociali di quella che ormai può essere considerata una "bolla dei prestiti". Se, da una parte, era prevedibile l'abbassamento della capacità di spesa delle persone gravate da debiti di studio (secondo i dati della Consumer Expenditure Survey - sondaggio condotto dal Bureau of Labor Statistics del Dipartimento del Lavoro USA sulle abitudini di acquisto dei consumatori - chi deve rifondere un debito studentesco ha una propensione al di sotto della media all'acquisto di vetture ed abitazioni), dall'altra parte, sono emersi comportamenti sociali allarmanti, come i casi sempre più frequenti di soggetti che intraprendono un percorso di studi solo per poter accedere ai prestiti agevolati e far fronte alle spese vive non inerenti gli oneri universitari.
Ancor più grave la segnalazione proveniente dal World Economic Forum di Ginevra secondo cui aumenta la quota di famiglie statunitensi con a capo persone di età compresa tra 65 e 74 anni che hanno ancora debiti studenteschi pendenti. Ciò significa che molti cittadini dopo un'intera vita lavorativa non sono riusciti a ripianare i debiti contratti per la carriera universitaria dei figli (nel 20% dei casi) o per frequentare corsi di aggiornamento professionale (80% dei casi).

Circostanze così minacciose hanno dato impulso alle autorità per attuare serie azioni al fine di aiutare i nuclei familiari a far fronte ai loro impegni finanziari. L'Obama Student Loan Forgiveness Program ne è l'esempio più importante: secondo questo piano di intervento, infatti, i debitori possono consolidare in un'unica pendenza i diversi prestiti per poi aderire ad un piano di rimborso flessibile e personalizzato.

Obiettivo del programma è di sgonfiare la bolla degli student loans nella modalità più equilibrata, al fine di non evocare lo spettro dei salvataggi post crisi dei subprime.
 
 
BIBLIOGRAFIA
  • BNL FOCUS N. 11 "USA: ricchezza netta delle famiglie e sue componenti", 20/3/2015;
  • Federal Reserve of New York, Research and statistics group – Microeconomic studies, Quarterly report on household debt and credit, febbraio 2015;
  • ARTICOLO ilsole24ore.com "La bolla dei prestiti agli studenti Usa ora tocca anche i pensionati (che devono pagare 18 miliardi)" di Vittorio Da Rold, 16/09/2014.