L'Osservatorio sulle partite IVA - curato dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'Economia e delle Finanze - a dicembre ha fornito i dati aggiornati ad ottobre 2015 relativamente all'apertura delle nuove partite IVA.
 
Molto significativa risulta l'analisi attraverso il filtro del settore produttivo, rispetto ad un anno fa.
In confronto al mese di ottobre 2014, infatti, si è registrato ben il 35,4% in più di attribuzioni di partite IVA nel comparto dell'agricoltura, che con le sue 5.123 unità ad ottobre 2015 rappresenta l'11,2% del totale delle nuove aperture.
Ad un forte avvicinamento ai lavori agricoli, però, si affianca un incremento altrettanto vivace delle attribuzioni di partite IVA nel settore dell'istruzione: +34,4% rispetto ad ottobre 2014.
Sull'ultimo gradino del podio della crescita delle aperture di partite IVA si posiziona la sanità, con un +12%, mentre, per converso, i ribassi più rilevanti si appuntano nei trasporti (-13,5%), nell'alloggio e ristorazione (-10,8%) e nelle attività immobiliari (-8,2%).
 
A livello assoluto, ad ottobre 2015 rimane il commercio il campo con il maggior numero di attivazioni di partite IVA con quasi undicimila unità su un totale di 45.737 (24%), seguito dalle attività professionali con il 13,1% (5.992 unità) e della già citata agricoltura.
 
Anche la ripartizione territoriale offre spunti di riflessione nel confronto tra le aperture di ottobre 2015 e quelle di ottobre 2014.
Oltre gli incrementi di Toscana (+32,7%) e Ligura (+13,3%), si evidenzia il +20% della Basilicata, con Matera designata a maggio 2015 dal Consiglio dei Ministri dell'UE "Capitale della Cultura Europea per il 2019", a corroborare la tesi che vede la cultura come fattore propulsivo, anche a livello economico.
Rimangono invece indietro le altre regioni del Sud e delle isole, con il -10,5% in Sardegna, il -8% in Campania ed il -7,2% in Sicilia, nonostante questo territorio rappresenti ancora il 33,8% delle nuove aperture (rispetto al 41,5% al Nord e al 24,5% al Centro).
 
Ponendo, infine, la prospettiva della natura giuridica, la distribuzione è decisamente a favore delle persone fisiche - con il 72% delle nuove aperture di partita IVA - seguite dalle società di capitali (22%). Marginale, quindi, il ruolo delle società di persone che rappresentano solamente il 5,2% delle nuove aperture di ottobre 2015, ulteriormente in calo del 3,9% rispetto alle attivazioni di nuove posizioni fiscali di un anno fa.
 
Tra le circa 33mila nuove aperture da parte di persone fisiche, il 48% riguarda giovani fino a 35 anni e il 34,3% da soggetti appartenenti alla fascia di età dai 36 ai 50 anni. Per quest'ultima fascia, si tratta in tutta probabilità di ex dipendenti o simili che, dopo aver perso il posto di lavoro, stanno tentando di riciclarsi in un'attività individuale.
Se, da una parte, il contributo da parte dei meno giovani rispetto al totale di nuove aperture di partite IVA rende tale numero molto corposo, dall'altra parte si può facilmente immaginare che, purtroppo, non saranno in molti a sopravvivere ai primi anni di attività, durante i quali le nuove aperture possono beneficiare dei regimi fiscali di vantaggio.
 
Articolo redatto dal Dott. Riccardo Cerulli - 21/12/2015

BIBLIOGRAFIA
  • Osservatorio sulle partite IVA, Dipartimento delle Finanze, ottobre 2015.