Da anni ormai gli addetti ai lavori dell'economia studiano soluzioni per superare una crisi globale che dal biennio 2008/2009 sembra evolversi in modo da resistere alle varie "cure" sottoposte al sistema dai soggetti deputati alla sua salvaguardia, come la Banca Centrale Europea (BCE) o la Federal Reserve System (FED) negli Stati Uniti.
Ad oggi, infatti, i livelli pre-crisi dei più importanti indicatori economici appaiono ancora lontani e illustri autori come James Galbraith già dal 2014 parlano di una "nuova normalità" economica e, di conseguenza, sociale (The End of Normal, edito da Simon&Schuster).
È piuttosto facile osservare come, dopo il recupero di una stabilità successiva ai primi anni della crisi, il ritmo della crescita economica degli ultimi tre/quattro anni non permette di sperare in un rapido recupero della condizione economica generale antecedente al 2008, suggerendo quindi che la crisi non abbia rappresentato uno shock momentaneo, bensì l'inizio di un differente standard.
 
I risultati raccolti dall'ISTAT relativi al primo trimestre del 2016 testimoniano quanto detto finora.
Sul versante delle imprese, i risultati non sono incoraggianti.
L'indice della produzione industriale - dopo un gennaio in positivo (+1,7% rispetto a fine 2015) - ha registrato un calo a febbraio (-0,6%), assestando la media trimestrale dicembre 2015/febbraio 2016 su un +0,3% che continua a confermare un trend stagnante.
Non meglio il fatturato delle imprese industriali, con una media trimestrale dicembre 2015/febbraio 2016 al di sotto dello zero di un punto percentuale, nonostante le risalite congiunturali di gennaio (+0,9%) e febbraio (+0,1%). Drammatico il calo del fatturato nel comparto dell'energia: -10,4% sempre nei mesi sopracitati.
Piccolo bilanciamento arriva dalle esportazioni, con un febbraio 2016 in risalita di 2,5 punti percentuali su gennaio. Particolarmente significativi gli incrementi delle esportazioni dei beni di consumo non durevoli (+3,6%) e dei beni strumentali (+3,2%). Questi ultimi cresciuti anche nelle importazioni (+2,6%), le quali complessivamente sono aumentate dello 0,6%.
Per il miglioramento dell'import/export, però, è stato marginale il contributo degli emergenti - solitamente traino importante - sintetizzato in un'evoluzione negativa del commercio estero extra UE: -2% per le importazioni e -0,3% per le esportazioni, eccezion fatta per i beni energetici, i quali sono influenzati dalla ripresa dei prezzi del petrolio; variabile, quest'ultima, quantomai esogena ai modelli di crescita economica comunitaria.
 
Appare, invece, avulso dalla dinamica generale il settore delle costruzioni, che registra un andamento congiunturale positivo negli ultimi tre mesi (+0,6%) dell'indicatore di settore e un mercato immobiliare in ascesa, con un andamento tendenziale di quasi il dieci per cento delle compravendite nel quarto trimestre 2015, con una crescita annuale 2015 arrivata al 5,2%.
 
I riflessi di un'economica che fatica ad uscire dalle sabbie mobili della crisi si osservano sul sistema dei prezzi, pressato da spinte deflattive che protraggono la variazione negativa dell'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale fino al terzo mese consecutivo.
L'inflazione di fondo, quindi, continua a rimanere su valori storicamente molto bassi e la dinamica dei prezzi si prefigura estremamente debole, in linea con le attese di ribassi dei listini industriali.
 
Allo stesso modo dei prezzi, anche l'occupazione registra valori altalenanti mese per mese (febbraio in discesa, marzo in salita) che, in media, si riducono ad una sostanziale immobilità (+0,1% l'aumento dell'occupazione nel primo trimestre 2016).
Un segnale di dinamismo si è, però, registrato nell'erogazione del credito alle famiglie durante il 2015, con un aumento del 23% rispetto all'anno precedente di concessioni di mutui, finanziamenti ed altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare.
Solo il tempo potrà rivelare se tale segnale sarà effettivamente positivo, nel frattempo si prenda atto che l'indice composito anticipatore dell'economia italiana ha segnato a febbraio 2016 un rallentamento che ammonisce circa un ritmo di crescita in diminuzione dell'attività economica nel breve periodo.
 
Articolo redatto dal Dott. Riccardo Cerulli - 16/5/2016

BIBLIOGRAFIA
  • Nota mensile ISTAT sull'andamento dell'economica italiana - aprile 2016.