Il Bollettino economico BCE n. 5/2016 aggiornato a luglio 2016 descrive una ripresa dell'attività edilizia dopo otto anni di segni negativi. Il settore delle costruzioni, infatti, registrò negli anni prima del 2008 una rapida accelerazione (con importanti contributi da Francia, Italia e Spagna) fino al sopraggiungere della crisi finanziaria e economica che dal 2009 ha ridotto mediamente di un quarto tanto il valore aggiunto quanto il numero di posti di lavoro del settore (fino a raggiungere un calo del 75% nei paesi più fragili come Grecia e Cipro).

Solo alla fine del 2015 l'edilizia ha finalmente raggiunto il suo minimo, per poi iniziare a ripredersi con il nuovo anno in tutta l'area dell'euro, ad eccezione di Francia e Italia dove il comparto appare stabile, ma senza forza propulsiva.
I fattori della sopracitata crescita sono sostanzialmente l'aumento della domanda per l'edilizia abitativa ed i bassi rendimenti su forme alternative di investimento delle famiglie.
Per quanto concerne l'edilizia residenziale, la scomposizione dell'indice mensile della produzione nelle costruzioni elaborato dalla BCE ne mostra il forte incremento, a differenza dell'edilizia non residenziale e dell'ingegneria civile, ancora al palo.
La ripresa della domanda del mercato residenziale vede i suoi presupposti, in primo luogo, nelle migliori condizioni del mercato del lavoro che hanno aumentato il redditto disponibile reale dei lavoratori; in secondo lugo nella flessione dei tassi reali sui mutui ipotecari dovuti principalmente alla politica monetaria espansiva delle istituzioni finanziarie UE e, infine, negli incentivi fiscali per investimenti in edilizia abitativa promossi in molti paesi, tra i quali Belgio, Francia, Italia, Finlandia e Austria.

La questione centrale, in questo frangente, è legata alla tenuta della ripresa del 2016.
Inanzitutto, ricordano gli analisti della banca centrale, in cianscuno degli ultimi tre anni (2014-2016) l'aumento più consistente nell'attività edilizia si è registrato nel primo trimestre, puntualmente seguito da un calo nel secondo, derivante dalle conseguenze delle condizioni metereologiche nel periodo invernale. Questi dati naturalmente lasciano presagire un congenito indebolimento della ripresa, in particolare se si combinano con la diminuzione di aprile e maggio dell'indice mensile della produzione nelle costruzioni.
In sintesi gli indicatori di breve periodo tarpano le ali ad una robusta ripresa del settore delle costruzioni, senza peraltro scongiurare l'ipotesi di un semplice rimbalzo degli andamenti negativi.
 
Articolo redatto dal Dott. Riccardo Cerulli - 14/9/2016