Senza alcun dubbio all’Italia non mancano le potenzialità per essere leader nel turismo, soprattutto in considerazione della varietà dell’offerta paesaggistica e culturale; basti pensare che la lista dei patrimoni dell’umanità riconosciuti dallo United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO) presenti sul territorio italiano comprende 51 siti fisici, 6 patrimoni orali e immateriali dell’umanità e 6 beni inseriti nel programma Memory of the World volto a censire e salvaguardare il patrimonio documentario.
 
Detto ciò, però, i numeri confermano il perdurare di una crescita modesta del comparto turistico legata ad un’offerta inadeguata ai cambiamenti della domanda.
Il World Travel and Tourism Council (WTTC) ha stimato quali saranno i dati nel 2025 del settore Viaggi e Turismo, considerando le aziende nel comparto turistico in senso stretto (vale a dire le attività di alberghi, società di intermediazione turistica, compagnie aeree e aziende ristorative/ricreative che trattano direttamente con i turisti) enucleando quattro fattori fondamentali: il contributo diretto alla formazione del PIL, il personale impiegato, i consumi degli stranieri e gli investimenti in capitale attratti dal settore.
Nel 2014 l’impatto sul Prodotto Interno Lordo italiano del settore turistico è stato del 4,1% (66 miliardi di euro) considerando solamente gli effetti diretti, mentre ha raggiunto il 10,1% del PIL racchiudendo anche gli effetti indiretti e indotti (162,7 miliardi di euro). Nel 2025 - secondo le citate stime del WTTC - i valori dovrebbero raggiungere rispettivamente il 4,6% (82,4 miliardi di euro) e l’11% (195,5 miliardi di euro).
Sul fronte dell’occupazione, le previsioni al 2025 parlano di un incremento di posti di lavoro pari a 300mila unità rispetto al 2014, passando da 1,1 milioni (4,8% dell’occupazione totale) a 1,4 milioni di lavoratori (6% del totale).
Facendo invece riferimento all’impatto complessivo - diretto, indiretto e indotto - del settore sull’occupazione nazionale, le attese per il 2025 sono per il raggiungimento di 3 milioni di posti di lavoro (13,2% dell’occupazione totale), partendo dai 2,6 milioni del 2014 (11,4% degli occupati).
In crescita previsionale anche i consumi turistici degli stranieri dai 34,8 ai 43,3 miliardi di euro nel 2025 e gli investimenti in capitale dai 9,2 agli 11,2 miliardi di euro.

 
Le previsioni richiamate, seppur positive, contemplano tuttavia un incremento piuttosto contenuto, soprattutto considerando le prospettive del settore.
Le criticità del comparto turistico sono tanto di natura statistica, quanto tecnologica.
Nonostante le numerose rilevazioni statistiche, infatti, il turismo è ancora un fenomeno di difficile quantificazione, in particolare per quanto concerne la spesa dei turisti ed il rendimento medio dell’industria relativa, nel suo complesso e per tipologia di struttura.
Dal punto di vista tecnologico, il settore turistico ha vissuto profondi cambiamenti portati soprattutto dai grandi portali di prenotazione on-line. Questi ultimi hanno rivoluzionato il concetto di intermediazione turistica, specialmente nel contrasto al fenomeno della stagionalità che le strutture ricettive hanno sempre subito.
Ad oggi, però, gli addetti ai lavori del settore Viaggi e Turismo faticano a comprendere ed intercettare il nuovo “comportamento turistico” del viaggiatore che organizza autonomamente le proprie vacanze.
In questo senso, una grande opportunità per la rilevazione dei fenomeni che interessano il settore, anche di quelli che adesso sfuggono al controllo, è certamente rappresentata dai cosiddetti big data, i quali se analizzati correttamente possono contribuire al monitoraggio in tempo reale del mercato del turismo
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Articolo redatto dal Dott. Riccardo Cerulli - 23/9/2016