Nel corso del 2015 - secondo i dati del World Economic Outlook Database - il commercio mondiale ha registrato il ritmo di crescita più basso dal 2009 e nonostante un incremento degli scambi previsti per il 2018 grazie alla ripresa delle economie emergenti; gli anni a venire vedranno comunque una situazione stagnante.
Per far fronte a questa situazione poco rosea ed alla conseguente tentazione di molte nazioni all'innalzamento di barriere doganali, sono in essere molte negoziazioni per raggiungere accordi di scambi commerciali tra i maggiori player internazionali. Tra tutti, spicca l'RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership). Si tratta di un accordo di libero scambio (FTA - Free Trade Agreement) tra i dieci stati membri dell'Association of Southeast Asian Nations (organizzazione intergovernativa che promuove l'integrazione tra i suoi membri su vari livelli, come quello economico, militare e socio culturale) e sei paesi partner (Giappone, Cina, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e India) che coinvolgerebbe un mercato imponente di circa 3 miliardi di persone.
Detto ciò, i benefici di questi importanti trattati multilaterali non si avvertiranno presumibilmente prima del 2020.

 
Analizzando le principali macro aree del pianeta, si possono osservare in Europa alcune specifiche problematiche che stanno fortemente incidendo sulla performance del mercato del continente; il riferimento è alla Brexit, ai problemi legati all'immigrazione, agli alti tassi di disoccupazione e alla limitata domanda interna. Queste criticità, inoltre, contribuiscono ad accentuare la differenza di competitività tra le aree del Nord Europa - che hanno risposto meglio alla crisi globale - ed il Sud, tra le prime a risentire del rallentamento del mercato internazionale. In più, i paesi del Centro e dell'Est risentiranno anche della notevole riduzione dei fondi strutturali e per la coesione messi a disposizione dell'UE per il periodo 2014-2020 a fronte di quelli 2007-2013.
In America, il PIL statunitense si attesterà su valori poco superiori al 2% nel biennio 2017-2018m rivelando come il new normal per il paese sia una crescita a ritmo piuttosto bando; mentre la crescita in America Latina è pesantemente rallentata dal Brasile.
Per quanto concerne l'Asia, l'India è il paese che sta sperimentando il più veloce ritmo di crescita e la Cina sta ormai consolidando la sua leadership nel commercio mondiale, grazie anche al tentativo del governo cinese di traslare strutturalmente la domanda dagli investimenti ai consumi, soprattutto al fine di essere meno soggetti alla volatilità dei mercati finanziari.
 
Articolo redatto dal Dott. Riccardo Cerulli - 17/08/2017