La Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali dell’UNESCO adottata nell’ottobre del 2005 rappresenta una delle tappe fondamentali per la costruzione delle moderne Industrie Culturali e Creative (ICC). Tale terminologia, infatti, non descrive solamente un settore industriale – peraltro ancora in fase di definizione – come ad esempio la metallurgia o il petrolchimico, quanto piuttosto un incontro tra due mondi, l’uno economico e l’altro artistico. In questo senso, il sintagma “patrimonio culturale” mette in relazione due termini tipici rispettivamente del vocabolario “aziendale” e di quello “artistico”. Il concetto è ben chiarito nelle premesse della citata Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, dove si legge che “le attività, i beni e i servizi culturali hanno una doppia natura, economica e culturale, in quanto portatori d’identità, di valori e di significato e non devono quindi essere trattati come aventi esclusivamente un valore commerciale”.

Dal 2005, quelli che sono stati definiti “le attività, i beni e i servizi culturali” confluiranno nel più ampio perimetro delle ICC.
Appare evidente come tutte le attività economiche legate in qualche modo alla cultura debbano essere pensate, sviluppate e analizzate utilizzando criteri specifici che considerino, oltre alle caratteristiche economiche di un’offerta sul mercato di un bene o servizio, anche gli “elementi emotivi” dell’uomo – quali la sua fragilità, la sua forza e le sue speranze – che spesso nutrono l’arte.

La cultura, quindi, è la materia prima delle Industrie Culturali e Creative, tanto che la United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO – in italiano Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) ha ritenuto opportuno proteggerne la “diversità” attraverso una Convenzione al termine di una Conferenza generale conclusasi il 20 ottobre 2005. Secondo la stessa Convenzione, per "diversità culturale" si intende la "moltitudine di forme mediante cui le culture dei gruppi e delle società si esprimono. Queste espressioni culturali vengono tramandate all’interno dei gruppi e delle società e diffuse tra di loro".

La portata del documento – redatto secondo le regole formali proprie del testo legislativo – è notevole perché contempla, già dalla sua rubrica, sia la protezione che la promozione della diversità culturale, con la consapevolezza che essa “rappresenta un patrimonio comune dell’umanità e che dovrebbe essere valorizzata e salvaguardata a beneficio di tutti”. Le motivazioni di tale premura riposano nella considerazione della diversità delle espressioni culturali quale fattore indispensabile “per garantire pace e sicurezza sul piano locale, nazionale e internazionale” e per la “piena realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali proclamati dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.
 
Straordinario il passaggio, ancora tra le premesse, che ricorda come la cultura possa assumere “forme diverse nel tempo e nello spazio e che questa diversità è riflessa nell’originalità e nella pluralità delle identità, così come nelle espressioni culturali delle società e dei popoli umani” che pone la Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali come una delle pietre miliari della “filosofia economica” delle Industrie Culturali e Creative.
 
Di particolare importanza, in conclusione, l’articolo 4 dedicato alle definizioni, che qualifica – oltre alla “diversità culturale” – “contenuto culturale”, “espressioni culturali”, “attività, beni e servizi culturali” e “industrie culturali” concatenando i significati con una tecnica “a matrioska”: dall’unità elementare – il contenuto culturale – racchiusa nelle espressioni culturali a loro volta raffigurate o trasmesse da attività, beni e servizi culturali; questi ultimi, infine, prodotti o distribuiti dalle industre culturali.
 
Articolo redatto dal Dott. Riccardo Cerulli - 21/08/2017 - Serie di articoli dedicata alle Industrie Culturali e Creative (ICC)