Salve,
mi chiamo Luca e sono un imprenditore del settore della ristorazione.
Ho dei periodi di maggiore intensità di lavoro a cui non riesco a far fronte con il personale fisso che ho in forza; si tratta del fine settimana e del periodo feriale estivo ed invernale.
Ci sono delle soluzioni contrattuali che possano soddisfare l’esigenza di ricoprire questi periodi con ulteriore personale senza doverlo retribuire anche per i periodi di non lavoro?
Grazie.


Caro Luca,
la soluzione al suo problema è senza dubbio il lavoro a chiamata.
Il lavoro a chiamata, o intermittente, è un rapporto di lavoro subordinato sia a tempo determinato che indeterminato, mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore di lavoro che ne può utilizzare la prestazione lavorativa quando ne abbia effettivo bisogno, entro i limiti dettati dal D.Lgs 276/2003.
L’elemento fondamentale di questo contratto è che la prestazione non è effettuata con continuità, ma solo su richiesta del datore: infatti il contratto determina la facoltà per il datore di lavoro di chiamare il lavoratore una o più volte per lo svolgimento della prestazione, nel rispetto di un termine minimo di preavviso.


D’altro canto il contratto non genera automaticamente l’obbligo del lavoratore a rispondere alla chiamata, a meno che non sussista apposita previsione nel contratto individuale, a fronte della quale deve essere corrisposta al lavoratore una indennità di disponibilità oltre che la retribuzione proporzionata al periodo di lavoro prestato.
È comunque possibile instaurare il rapporto senza che vi sia l’obbligo del prestatore di lavoro a rispondere alla chiamata. In questo caso spetterà al lavoratore soltanto il trattamento economico e normativo previsto dalla contrattazione collettiva del settore riproporzionato in ragione della prestazione lavorativa effettivamente eseguita.


Si allega a titolo di esempio un modello editabile di contratto di lavoro a chiamata (per scaricare il fac simile clicca qui)