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Per favorire il dialogo con la Banca è opportuno che le aziende oltre al bilancio forniscano anche una fotografia dello stato di salute dell'impresa mediante la produzione anche di alcuni indici di bilancio che contribuiscono alla determinazione del merito credito della stessa.

Per l’equilibrio economico si potrebbe ad esempio produrre:
- Il ROE (Return on Equity) utile / mezzi propri x 100
che indica quanto rende il capitale proprio conferito nell’impresa.

- Il ROI (Return On Investment) profitto / capitale investito x 100
che indica quanto rende il capitale complessivo investito.

- PFN posizione finanziaria netta / MOL
Più è basso il rapporto e meglio è. Situazione ottima valore inferiore a tre.
Il rapporto è anche utilizzato per calcolare rapidamente entro quanti anni teoricamente l’impresa potrà ripagare il debito finanziario se utilizzasse il totale dei potenziali flussi operativi.

Per l’equilibrio finanziario
- Evidenziare il Capitale Circolante Netto (CCN) che è costituito dalla differenza tra le attività correnti (comprese le rimanenze) e le passività correnti.
Il CCN esprime la misura in cui l’impresa è in grado di far fronte agli impegni assunti nel breve periodo con il realizzo delle attività a breve.

- Evidenziare il rapporto tra patrimonio netto e il totale del passivo dello stato patrimoniale.
Patrimonio netto / totale passivo valore ottimale  uguale o maggiore del 25%.
Esprime la capitalizzazione o sotto capitalizzazione dell'impresa.

- Indice di indebitamento
Debiti a breve e medio lungo termine diviso patrimonio netto

Il risultato ottimale dovrebbe essere inferiore o uguale a 4
Più l’indice cresce e più l’impresa è indebitata.


- Debiti verso le banche a breve, medio e lungo termine e il MOL
In questo caso i debiti verso le banche dovrebbero essere inferiori di 3 volte il MOL.

 

Indice elasticità aziendale. Una azienda si dice elastica quando riesce ad uniformare, in modo economico e con relativa facilità, la propria produzione alle mutevoli richieste del mercato.
-Indice di elasticità globale: Attivo circolante SU totale impieghi %
Esprime il rapporto tra attivo circolante e attivo immobilizzato. Quanto più è alto l’indice tanto più è elastica la gestione dell’azienda. Una bassa elasticità esprime un certo grado di immobilizzo degli impieghi. Un indice pari a 1 esprime l’uguaglianza tra impieghi a breve e impieghi a lungo termine. Una bassa elasticità può segnalare problemi di struttura e di immobilizzo.

 

Evidenziare gli indici di bilancio importanti nel rapporto tra banca e impresa è fondamentale per due motivi principali: da un lato, per aiutare l'impresa a comprendere la propria situazione finanziaria e ad individuare eventuali criticità; dall'altro lato, per permettere alla banca di valutare la solvibilità e la capacità di rimborso dell'impresa.

La conoscenza degli indici di bilancio più significativi consente all'imprenditore di monitorare la situazione finanziaria dell'azienda, capire quali siano i punti di forza e di debolezza, e di intervenire in tempo utile per evitare la crisi. Inoltre, la presentazione di un bilancio trasparente e completo, che mette in luce i dati economici più significativi, può rappresentare un vantaggio nella trattativa con la banca per l'ottenimento di finanziamenti o di altre forme di credito.

D'altro canto, la conoscenza degli indici di bilancio consente alla banca di valutare la capacità dell'impresa di generare flussi di cassa sufficienti a coprire gli impegni finanziari e di rimborsare i finanziamenti ottenuti. La valutazione della solvibilità dell'impresa è un elemento fondamentale nella decisione di concedere un finanziamento, ed evidenziare gli indici di bilancio rilevanti può agevolare la valutazione del rischio da parte della banca.

 

Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 03-08-2017

 

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Francesco Cacchiarelli economista di impresa

Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989

Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999

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La Posizione Finanziaria Netta (PFN) è una grandezza che trova sempre più spazio nell'analisi finanziaria, nella comunicazione economico-finanziaria, nei documenti che corredano i bilanci d’esercizio ed è un importante indicatore usato per valutare la performance e la solvibilità di un’azienda.


La PNF si può stabilire come la differenza tra il totale dei debiti finanziari aziendali (a prescindere dalla loro scadenza) e le attività liquide (cassa, c/c attivi, titoli negoziabili e crediti finanziari) e palesa chiaramente la misura dell’ammontare di debito finanziario verso i terzi per il quale non esiste un’immediata copertura.

Debiti finanziari (non commerciali) a bilancio
Voci di bilancio civilistico collegate
D.03 - Debiti verso soci per finanziamenti
D.04 - Debiti verso banche
D.05 - Debiti verso altri finanziatori
D.08 - Debiti rappresentati da titoli di credito
D.09 - Debiti verso imprese controllate (se finanziari)
D.10 - Debiti verso imprese collegate (se finanziari)


Crediti finanziari e attività liquide a bilancio
Voci di bilancio civilistico collegate
B.III Immobilizzazioni finanziari
C.III attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni
C.IV disponibilità liquide

Lo schema di calcolo della PNF può ora essere così riassunto:
a Denaro, assegni e valori in cassa
b Depositi bancari e postali
c Titoli detenuti per la negoziazione
d LIQUIDITÀ (a)+(b)+(c)
e Crediti finanziari a breve
f Debiti V/ banche a breve
g Parte a breve termine dell’indebitamento a lungo termine
h Altri debiti finanziari correnti
i INDEBITAMENTO FINANZIARIO CORRENTE (f)+(g)+(h)
j POSIZIONE FINANZIARIA CORRENTE NETTA(e)+(d) – (i)
k Crediti finanziari a medio/lungo
l Debiti v/banche a medio/lungo
m Obbligazioni emesse
n Altri debiti non correnti
q POSIZIONE FINANZIARIA NON CORRENTE (k)- (l)-(m)-(n)
r POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (j)+(q)


Mediante l’utilizzo della PFN possiamo ad esempio determinare:

Il tasso dell’indebitamento finanziario netto che esprime, approssimativamente, la capacità e i tempi di rimborso dell’indebitamento finanziario netto attraverso il cash flow della gestione caratteristica, rappresentato dall’EBITDA. Minore è il rapporto, maggiore è la capacità dell'azienda di produrre ricchezza e quindi risorse finanziarie a sufficienza per onorare i propri impegni.
PFN/EBITDA


Il grado di solidità e di efficienza della struttura mettendola in rapporto al patrimonio netto. Al crescere dell’indicatore peggiora la solidità aziendale.
PFN/Patrimonio netto
Non esiste un rapporto ottimale di tale indicatore, ma un rapporto superiore a 1 indica genericamente che l’azienda è sottocapitalizzata

La capacità dell’azienda di coprire il debito mediante i flussi finanziari generati dalle vendite. Tanto minore è il rapporto, tanto più velocemente l’’impresa rientra dall’esposizione finanziaria.
PFN/Fatturato


In sintesi anche attraverso il calcolo della PFN l'azienda è in grado di elaborare un indicatore che manifesti il suo merito creditizio.

 

Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli il 19-01-2017

 

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Francesco Cacchiarelli, economista di impresa, iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989, iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999

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In caso di una Posizione Finanziaria Netta (PFN) negativa, un imprenditore può comunicare alla banca una serie di informazioni e argomenti per cercare di affrontare la situazione in modo costruttivo. Di seguito sono riportate alcune possibili affermazioni che un imprenditore potrebbe fare a una banca in caso di PFN negativa:

Spiegazione delle cause: L'imprenditore può spiegare alla banca le ragioni che hanno portato a una PFN negativa. Potrebbe trattarsi di circostanze temporanee, come investimenti o acquisizioni recenti, espansione del business o fluttuazioni di cassa legate al ciclo di fatturato dell'azienda. L'obiettivo è dimostrare che la PFN negativa non riflette necessariamente una situazione finanziaria precaria, ma è il risultato di circostanze transitorie.

Piano di gestione del debito: L'imprenditore può presentare un piano solido per gestire il debito finanziario e migliorare la PFN nel tempo. Questo piano potrebbe includere strategie come la riduzione dei costi, l'aumento delle entrate, la negoziazione di condizioni più favorevoli con i creditori o il ricorso a fonti di finanziamento alternative. L'obiettivo è dimostrare che l'azienda ha una strategia concreta per migliorare la situazione finanziaria e ridurre l'impatto della PFN negativa.

Dimostrazione della solidità dell'azienda: L'imprenditore può mettere in evidenza la solidità finanziaria complessiva dell'azienda, mostrando la redditività, la stabilità del fatturato, i flussi di cassa positivi dalle attività operative e il patrimonio netto sano. Queste informazioni possono rassicurare la banca sulla capacità dell'azienda di far fronte ai propri obblighi finanziari nonostante una PFN negativa.

Pianificazione finanziaria a lungo termine: L'imprenditore può dimostrare alla banca una solida pianificazione finanziaria a lungo termine, evidenziando i piani di crescita, gli investimenti futuri, i contratti o le opportunità di business che potrebbero migliorare la situazione finanziaria dell'azienda nel tempo. Questo può dimostrare alla banca che l'azienda ha una visione a lungo termine e intende affrontare la situazione in modo proattivo.

In generale, è fondamentale che l'imprenditore sia aperto, trasparente e preparato durante le discussioni con la banca. Presentare una valutazione accurata della situazione finanziaria, fornire piani di miglioramento concreti e dimostrare una gestione finanziaria solida possono aumentare le possibilità di ottenere un sostegno finanziario nonostante una PFN negativa.

 

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Il verbale di assemblea che prevede la distribuzione degli - utili, degli utili portati a nuovo, delle riserve facoltative liberamente disponibili per le quali si può procedere allo loro distribuzione - è soggetto all’obbligo di registrazione in termine fisso entro 30 giorni dalla data dell'assemblea previo versamento dell’imposta di registro nella misura fissa di € 200,00 euro (ai sensi dell’art. 4, lettera d), n. 1 della Tariffa allegata al TUR), con il modello F24, mediante codice tributo 1550.
 
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Passi da compiere per la registrazione del verbale di distribuzione:

- stampare il verbale d'assemblea che delibera la distribuzione degli utili e/o delle riserve sul libro dei verbali di assemblea ;
- predisporre due copie del verbale in uso bollo, firmate in originale, con applicazione su ogni copia, di una marca da bollo da 16 euro ogni quattro facciate o 100 righe;
- pagare l’imposta di registro in misura fissa 200,00 euro tramite il modello F24, mediante codice tributo 1550;
- entro 30 giorni dalla data del verbale di delibera, recarsi presso l’Agenzia delle entrate, per la registrazione, presentando le copie del verbale di assemblea, la ricevuta del versamento, il modello 69 di registrazione (codice negozio D106);
- L’Ufficio restituirà una copia della delibera di distribuzione con timbro e data di registrazione.

Fac simile verbale assemblea

Il commercialista svolge un ruolo fondamentale come consigliere fidato per le imprese. Le sue competenze e conoscenze in campo contabile, fiscale, finanziario e normativo sono cruciali per garantire la corretta gestione e il successo dell'impresa. Ecco alcuni dei motivi per cui il commercialista è considerato un importante consulente per l'azienda:

Consulenza fiscale: Il commercialista fornisce consulenza sulle questioni fiscali, aiutando l'azienda a comprendere e rispettare le leggi e le normative fiscali. Questo include la pianificazione fiscale, la gestione delle dichiarazioni fiscali, l'ottimizzazione delle imposte e l'identificazione di opportunità fiscali.

Contabilità e bilancio: Il commercialista si occupa della contabilità aziendale, garantendo la corretta registrazione delle transazioni finanziarie e la preparazione dei bilanci. Questo fornisce una visione chiara delle finanze dell'impresa e permette di prendere decisioni basate su dati accurati.

Consulenza finanziaria: Il commercialista può fornire consulenza finanziaria, aiutando l'azienda a gestire la liquidità, a elaborare piani finanziari, a valutare investimenti e a ottimizzare la gestione finanziaria complessiva. Questo aiuta a garantire una base solida per la crescita e lo sviluppo dell'impresa.

Pianificazione aziendale: Il commercialista può supportare l'azienda nella pianificazione strategica e nella valutazione delle opportunità di business. Questo include la valutazione di nuovi progetti, l'analisi di fattibilità, la stima dei costi e dei ricavi, nonché la valutazione dei rischi e delle opportunità.

Conformità normativa: Il commercialista si assicura che l'azienda rispetti le normative e le leggi in vigore, evitando potenziali sanzioni o problemi legali. Ciò include la gestione degli adempimenti fiscali, contabili, amministrativi e legali, garantendo la conformità con le norme vigenti.

Consulenza su fusioni e acquisizioni: In caso di operazioni di fusione o acquisizione, il commercialista può svolgere un ruolo chiave nella valutazione dell'operazione, nella due diligence finanziaria e nella strutturazione delle transazioni. Ciò assicura che l'azienda abbia una valutazione accurata delle implicazioni finanziarie e fiscali dell'operazione.

Il commercialista svolge anche un importante ruolo di facilitatore nei rapporti tra banca e impresa. Ecco come può contribuire in questo ambito:

Analisi della situazione finanziaria: Il commercialista, grazie alla sua conoscenza della situazione finanziaria dell'impresa, può fornire informazioni e dati utili alle banche per valutare la solidità finanziaria dell'azienda. Questo aiuta a instaurare un dialogo chiaro e basato su dati con la banca, fornendo loro le informazioni necessarie per valutare la concessione di finanziamenti o linee di credito.

Preparazione della documentazione finanziaria: Il commercialista è in grado di preparare la documentazione finanziaria richiesta dalle banche, come i bilanci, i rendiconti finanziari, le previsioni di cassa e altre informazioni pertinenti. Questa documentazione fornisce alle banche una visione completa della situazione finanziaria dell'impresa e contribuisce a una valutazione più accurata del merito creditizio.

Negoziazione delle condizioni finanziarie: Il commercialista può supportare l'impresa nella negoziazione delle condizioni finanziarie con la banca. Grazie alla sua esperienza nel settore finanziario, può fornire consulenza sulla scelta del tipo di finanziamento più adatto alle esigenze dell'azienda e sulle modalità di rimborso. Questo aiuta a ottenere condizioni più favorevoli e adattate alle esigenze dell'impresa.

Monitoraggio della situazione finanziaria: Il commercialista può svolgere un ruolo di monitoraggio continuo della situazione finanziaria dell'impresa. Questo include l'analisi periodica dei risultati finanziari, la valutazione della redditività dell'azienda e la gestione delle scadenze dei pagamenti. Queste informazioni possono essere condivise con la banca per dimostrare la solidità finanziaria dell'impresa nel corso del tempo.

Gestione delle crisi finanziarie: In caso di difficoltà finanziarie o crisi aziendali, il commercialista può fornire consulenza e supporto nella gestione della situazione. Ciò può includere la ristrutturazione del debito, la negoziazione di piani di rientro o l'identificazione di soluzioni finanziarie alternative. Il commercialista può collaborare con la banca per trovare soluzioni che consentano all'impresa di superare la crisi e ripristinare la stabilità finanziaria.

l commercialista svolge anche un ruolo importante come diffusore della cultura di impresa. Ecco come può contribuire in questo ambito:

Consulenza strategica: Il commercialista, grazie alla sua conoscenza del contesto finanziario e normativo, può fornire consulenza strategica all'impresa. Questo include la valutazione di opportunità di crescita, la pianificazione finanziaria a lungo termine e la valutazione dei rischi finanziari. Attraverso la sua consulenza, il commercialista contribuisce a diffondere una cultura di pianificazione e gestione finanziaria consapevole all'interno dell'impresa.

Educazione finanziaria: Il commercialista può svolgere un ruolo di educatore finanziario all'interno dell'impresa, aiutando i dirigenti e i dipendenti a comprendere i principi di base della gestione finanziaria. Ciò include l'insegnamento di concetti finanziari, come la lettura dei bilanci, la gestione del flusso di cassa e l'interpretazione dei risultati finanziari. Attraverso la sua educazione finanziaria, il commercialista contribuisce a diffondere una cultura di consapevolezza finanziaria e di responsabilità economica all'interno dell'impresa.

Monitoraggio e controllo finanziario: Il commercialista svolge un ruolo chiave nel monitoraggio e controllo finanziario dell'impresa. Attraverso l'analisi periodica dei risultati finanziari e l'identificazione di eventuali variazioni o anomalie, il commercialista contribuisce a mantenere una cultura di attenzione e controllo finanziario all'interno dell'impresa. Questo aiuta a prevenire situazioni di crisi e a garantire una gestione finanziaria responsabile.

Promozione di buone pratiche aziendali: Il commercialista può promuovere e diffondere l'adozione di buone pratiche aziendali in ambito finanziario e contabile. Ciò può includere l'implementazione di sistemi di controllo interno, la promozione di trasparenza e responsabilità finanziaria, e l'adeguamento alle normative e regolamentazioni vigenti. Attraverso la promozione di queste buone pratiche, il commercialista contribuisce a creare una cultura aziendale improntata all'integrità e alla sostenibilità finanziaria.

Supporto nella gestione del cambiamento: Il commercialista può fornire supporto nella gestione del cambiamento all'interno dell'impresa, ad esempio durante periodi di crescita, fusione o ristrutturazione. Attraverso la sua consulenza finanziaria, il commercialista aiuta a gestire gli impatti finanziari e a promuovere una cultura di adattabilità e flessibilità all'interno dell'impresa.

L'importanza del commercialista per l'impresa risiede nella sua capacità di fornire competenze specialistiche, consulenza strategica, conformità normativa, supporto finanziario, facilitazione nei rapporti bancari e diffusione della cultura aziendale. Il suo contributo aiuta a garantire una gestione finanziaria corretta, una base solida per la crescita e lo sviluppo dell'impresa e una conformità normativa adeguata.

Francesco Cacchiarelli economista di impresa

Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989

Iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999

 

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Una azienda prima di richiedere un finanziamento alla banca deve calcolare anche il proprio servizio del debito.

Il servizio del debito, detto anche debt service, rappresenta l'ammontare dei flussi finanziari dei pagamenti per interessi e rate di quota capitale di tutti i finanziamenti in essere.

Per calcolare il servizio del debito l'azienda deve analizzare i piani di ammortamento dei mutui e finanziamenti in essere con il sistema bancario e calcolare la somma di tutte le rate di quota capitale e di quota interessi distinti per anno.

Una volta fatto questo, l'azienda dovrà verificare il proprio cash flow prospettico per verificare se sarà in grado di pagare regolarmente gli interessi e rimborsare le rate di finanziamento.

 

Conoscere in pratica il proprio il prorpio servizio del debito è cruciale per un imprenditore per:

1. Gestione del rischio finanziario: Conoscere l'ammontare dei pagamenti che l'azienda deve effettuare per interessi e ammortamento consente all'imprenditore di valutare il carico finanziario dell'azienda. Questa consapevolezza aiuta a evitare situazioni di sovraindebitamento e garantisce che l'azienda sia in grado di far fronte agli obblighi finanziari in modo sostenibile.

2. Decisioni finanziarie informate: Sapere esattamente quali sono gli obblighi finanziari dell'azienda consente di prendere decisioni finanziarie più informate. Ad esempio, l'imprenditore può valutare se è opportuno richiedere ulteriori finanziamenti per espandersi o se è meglio concentrarsi sulla riduzione del debito esistente.

3. Fiducia degli Investitori e dei Creditori: Gli investitori e i creditori sono interessati alla solidità finanziaria dell'azienda prima di fornire ulteriore capitale. Conoscere e gestire il servizio del debito dimostra una gestione finanziaria responsabile e aumenta la fiducia degli investitori e dei creditori nell'azienda.


Il servizio del debito è quindi un pilastro essenziale della gestione finanziaria aziendale. Conoscere l'entità degli obblighi finanziari consente all'imprenditore di prendere decisioni informate, gestire il rischio finanziario e costruire una reputazione solida agli occhi degli investitori e dei creditori. Una gestione responsabile del servizio del debito può contribuire significativamente al successo e alla stabilità finanziaria a lungo termine dell'azienda. Pertanto, dedicare tempo ed energia per calcolare e comprendere il servizio del debito è un investimento cruciale per ogni imprenditore consapevole della gestione finanziaria della propria azienda.

 

Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 05-05-2017

 

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Il Capitale Circolante Netto (CCN o nella denominazione inglese Net Working Capital) è un indicatore patrimoniale-finanziare che riveste una particolare importanza per anticipare le crisi di liquidità.
Una sintetica definizione vede il CCN come la differenza tra attività correnti e passività correnti.
Tra le attività correnti andiamo a conteggiare le rimanenze finali di magazzino + crediti commerciali netti + altri crediti operativi.
Tra le passività correnti troviamo debiti commerciali netti + altri debiti operativi + debiti verso le banche, che si risolveranno entro l’anno.

Il Capitale Circolante Netto esprime l’equilibrio della struttura finanziaria di breve periodo dell’impresa e risponde fondamentalmente alla domanda se l’impresa è in grado di far fronte alle obbligazioni a breve termine attraverso la propria liquidità corrente (sia immediata che differita).

L’interpretazione del suo valore è la seguente:

Nell’ambito dell’analisi di bilancio esiste uno strumento in grado di visualizzare una rapida diagnosi della redditività aziendale mediante la correlazione di una serie di indici di redditività: stiamo parlando del triangolo di DuPont.

L’indice che mettiamo al vertice A di questo triangolo è il ROI (dall’inglese Return On Investment).
Gli altri due vertici sono rappresentati dal ROS (margine operativo) e dal ROT o TOCI (Turn Around del Capitale Investito o Capital Turn Over).

Come si può vedere dall’ideale triangolo costituito dai tre indici, il ROI si può anche ottenere moltiplicando il ROS  per il turnover del capitale:
ROI = ROS x ROT (schema di DuPont)

Questo significa che la redditività di un’impresa dipende:
• sia dal margine sulle vendite - ROS
• sia dalla velocità di ritorno del capitale investito – ROT o TOCI

Il triangolo di DuPont e le possibili scelte gestionali.

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