ABSTRACT
Si arresta l’”emorragia”, 31mila chiusure in meno del 2013

Saldi positivi nei servizi, turismo e commercio; in rosso agricoltura, manifattura e costruzioni
Roma, 3 febbraio 2015 – Il sistema delle imprese sembra aver ritrovato il passo della crescita e, nonostante una buona parte dell’anno trascorsa con l’affanno, alla fine del 2014 mette a segno un saldo positivo tra aperture e chiusure. Il bilancio, di poco superiore alle 30mila unità, è pari a un tasso di crescita del numero delle imprese registrate dell’0,51%, più che doppio rispetto all’anno precedente (+0,21%). Il risultato appare totalmente determinato dalla fortissima frenata delle cessazioni (340.261 le imprese che hanno chiuso i battenti, 31.541 unità in meno rispetto a quanto avvenuto nei dodici mesi precedenti). Il dato è il migliore dal 2010 e segnala una probabile inversione di tendenza nelle attese degli imprenditori oggi attivi, che intravvedono la possibilità di un effettivo rilancio delle attività nel corso del 2015.
Al dato positivo dello stop nell’emorragia di imprese, fa eco un segnale altrettanto importante dal lato delle aperture. Nei dodici mesi appena trascorsi, infatti, le nuove iniziative sono state 370.979, un risultato insperato benché inferiore a quello dell’anno precedente. Aldilà della conferma che, per chi si accinge a fare impresa, le incertezze del quadro economico non sono ancora del tutto superate, il dato sembra indicare l’urgenza di completare le riforme economiche (da quella del lavoro, al fisco, alla semplificazione) per facilitare l’avvio di nuove iniziative.
Questi i dati ufficiali sulla natalità e mortalità  delle imprese risultante dal Registro delle imprese nel 2013 diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione condotta da InfoCamere. Tutti i dati, come di consueto, sono disponibili online all’indirizzo www.infocamere.it
“I segnali che vengono dall’economia reale – ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - indicano che, a differenza delle tante false partenze registrate in questi anni, stavolta forse siamo davanti ad una reale opportunità di invertire la rotta. Imprese e famiglie hanno atteso a lungo questo momento e, come ha opportunamente indicato il nuovo capo dello stato, è alle loro difficoltà e alle loro speranze che dobbiamo guardare per dare risposte concrete. Oggi le condizioni per consentire all’Italia di riprendere il cammino dello sviluppo sembrano sommarsi in modo virtuoso e, per questo, vanno colte senza indugio. Per ridare lavoro a chi lo ha perso e ai tanti giovani che lo cercano, bisogna mettere l’impresa al centro dell’azione riformatrice del Governo e del Parlamento. Semplificando il quadro normativo e fiscale su impresa e lavoro, e lavorando con determinazione per combattere le inutili incrostazioni burocratiche che frenano i nostri imprenditori. La riorganizzazione delle Camere di commercio può essere uno strumento in più per facilitare questi processi e cogliere le opportunità che stanno maturando in questa fase.”
IL QUADRO GENERALE
Dall’analisi della serie storica degli ultimi sette anni, il 2014 si segnala per secondo miglior risultato sul versante delle chiusure (“solo” 340.261), giacché solo nel 2010 (peraltro l’anno con il più elevato saldo di tutta la serie) si era registrato un valore più basso. Si registra anche il valore più basso nel flusso di nuove iscrizioni (come già ricordato pari a 370.979 imprese).