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Ad aprile 2024 peggiora sia il clima di opinione dei consumatori sia quello delle imprese: l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce da 96,5 a 95,2 e l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese scende da 97,0 a 95,8.

La dinamica negativa dell’indicatore di fiducia dei consumatori esprime il deterioramento del clima economico (da 101,9 a 99,4), di quello personale (da 94,6 a 93,7) e, soprattutto, di quello futuro (l’indice cala da 97,2 a 93,9). Il clima corrente, invece, registra un lieve incremento (l’indice sale da 96,0 a 96,2).

Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia si riduce in tutti e quattro i comparti economici indagati, seppur con intensità diverse: nelle costruzioni, nel commercio al dettaglio e nei servizi di mercato si registrano i cali più consistenti (rispettivamente da 105,7 a 103,4, da 104,5 a 103,0 e da 100,7 a 99,5); nella manifattura la diminuzione è più contenuta (l’indice scende da 88,4 a 87,6).

Quanto alle componenti degli indici di fiducia dei comparti economici, nella manifattura peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sul livello di produzione; le scorte sono giudicate in decumulo. Nelle costruzioni tutte le componenti si deteriorano.

Passando al comparto dei servizi di mercato, un peggioramento dei giudizi sugli ordini si unisce ad un’evoluzione positiva delle opinioni sull’andamento degli affari; le attese sugli ordini rimangono stabili rispetto allo scorso mese. Con riferimento al commercio al dettaglio, le vendite sono giudicate in miglioramento mentre le relative attese diminuiscono; si stima un accumulo delle scorte di magazzino.

In base alle valutazioni fornite dagli imprenditori del comparto manifatturiero e dei servizi di mercato sulla variazione della spesa per investimenti nel 2024 rispetto al 2023, emerge un’evoluzione positiva degli investimenti nel 2024.

Il commento
Dopo il rialzo registrato a marzo 2024, il clima di fiducia delle imprese diminuisce tornando al livello dello scorso febbraio. Il calo dell’indicatore complessivo rappresenta un diffuso peggioramento della fiducia in tutti i comparti economici indagati.

Ad aprile 2024 l’indice di fiducia dei consumatori si riduce per il secondo mese consecutivo e registra il valore più basso da novembre 2023. Il ridimensionamento dell’indice è dovuto principalmente al peggioramento delle aspettative sulla situazione economica generale (comprese le attese sulla disoccupazione), su quella familiare nonché ad un deciso deterioramento delle opinioni sulla possibilità di risparmiare in futuro.

ISTAT DATA DI PUBBLICAZIONE: 24 APRILE 2024

 

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Monitoraggio flussi di pensionamento 2023 e primo trimestre 2024  
Sono 819.236 le pensioni con decorrenza nel 2023     
e 187.223 quelle con decorrenza nel primo trimestre 2024  


Viene pubblicato oggi l’osservatorio sul monitoraggio dei flussi di pensionamento, relativo alle pensioni
con decorrenza nel 2023 e nel primo trimestre 2024, con rilevazione al 2 aprile 2024.
Si riportano, di seguito, i dati riguardanti le principali gestioni amministrate dall’INPS, rimandando alle
tabelle dell’osservatorio per quanto riguarda le singole gestioni.
Il totale delle pensioni con decorrenza nel 2023 è di 819.236, per un importo medio mensile alla decorrenza
di 1.206 euro. Quelle con decorrenza nel primo trimestre 2024 sono state 187.223, per un importo medio
di 1.225 euro. Tali valori si riferiscono alle pensioni di vecchiaia, agli assegni sociali, alle pensioni anticipate,
a quelle di invalidità e a quelle ai superstiti delle gestioni considerate.
In particolare, per quanto riguarda le singole categorie, le pensioni con decorrenza 2023 sono state: 312.878
pensioni di vecchiaia (compresi gli assegni sociali), 227.639 pensioni anticipate, 54.513 pensioni di invalidità
e 224.206 pensioni ai superstiti. Nel primo trimestre 2024: 72.829 vecchiaia, 56.660 anticipate, 8.756
invalidità e 48.978 superstiti.
Analizzando le singole gestioni, il Fondo pensioni lavoratori dipendenti ha totalizzato 350.948 pensioni nel
2023 e 86.031 nel primo trimestre 2024; seguono la Gestione dipendenti pubblici con rispettivamente
129.423 e 18.905, Artigiani (89.325 e 21.182), Commercianti (78.785 e 17.906), Parasubordinati (44.536 e
9.752) e Coltivatori diretti, Coloni e Mezzadri (36.030 e 8.492). Gli Assegni sociali sono stati 90.189 nel
2023 e 24.955 nel primo trimestre 2024.


Comunicato Stampa INPS, Roma, 24 aprile 2024

 

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Nel mese di marzo 2024, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una variazione congiunturale nulla e un aumento dell’1,2% su base annua, da +0,8% nel mese precedente; la stima preliminare era +1,3%.

L’accelerazione del tasso d’inflazione si deve principalmente all’attenuazione su base tendenziale della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -17,2% a -10,3%) e regolamentati (da -18,4% a -13,8%) e, in misura minore, alla crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,5%); per contro, registrano un rallentamento i prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +4,4% a +2,6%), dei Tabacchi (da +2,6% a +1,9%) e dei Beni alimentari lavorati (da +3,4% a +2,8%).

Nel mese di marzo l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +2,3%, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera da +2,6% a +2,4%.

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno marcata (da -0,9% a -0,2%) e quella dei servizi è in lieve accelerazione (da +2,9% a +3,0%), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,2 punti percentuali, dai +3,8 di febbraio).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +3,4% a +2,6%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,8% di febbraio a +2,5%).

La stabilità sul piano congiunturale dell’indice generale risente delle dinamiche opposte di diverse componenti: da una parte, la crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti dovuta anche a fattori stagionali (+1,5%), dei Beni energetici regolamentati (+0,7%) e dei Beni non durevoli (+0,4%); dall’altra, la diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-1,9%) e dei Beni alimentari non lavorati (-0,8%).

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,5% per l’indice generale e a +1,2% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta di 1,2% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il NIC non tiene conto, e dell’1,2% su base annua (da +0,8% di febbraio); la stima preliminare era pari a +1,3%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dell’1,2% su base annua.

Nel primo trimestre 2024 l’inflazione, misurata dall’IPCA, diminuisce per le famiglie con minore capacità di spesa mentre aumenta per quelle con livelli di spesa più elevati (-0,4% e +1,7% rispettivamente).

 

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Il commento
A marzo l’inflazione risale leggermente, portandosi all’1,2%. La lieve accelerazione riflette l’attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici (-10,8% da -17,3% di febbraio), sia per la componente regolamentata che non regolamentata. Un sostegno all’inflazione si deve inoltre all’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi al trasporto (+4,5% da +3,8%). Di contro, i prezzi dei prodotti alimentari non lavorati mostrano anche a marzo un rallentamento (+2,6% da +4,4%). Frena la dinamica su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+2,6%), mentre l’inflazione di fondo si attesta al +2,3% (stabile rispetto al mese precedente).

COMUNICATO STAMPA DATA DI PUBBLICAZIONE: 16 APRILE 2024

 

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A partire dalla pubblicazione dei dati riferiti al mese di gennaio 2024, e contestualmente all’introduzione della nuova base 2021=100, l’Istat amplia in modo considerevole l’informazione statistica disponibile per l’analisi congiunturale, fornendo un quadro integrato di indici di valore e volume sia per l’industria sia per i servizi, ora disponibili con frequenza mensile per entrambi i macrosettori. Per ulteriori informazioni sulle innovazioni introdotte si rimanda alla nota metodologica a pagina 6 e alla nota informativa “Gli indici del fatturato dell’industria e dei servizi: la nuova base 2021=100” allegata a questo comunicato. Tutti i dati, inclusi quelli presenti nelle precedenti versioni delle due Statistiche Flash ora integrate, sono disponibili su IstatData.

A gennaio si stima, per il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, un calo congiunturale sia in valore (-3,1%) sia in volume (-2,6%). Si registrano diminuzioni della stessa intensità per valori e volumi ( 2,4%) sul mercato interno e flessioni più accentuate dei valori (-4,5%) rispetto ai volumi (-2,8%) sul mercato estero.

Si osserva, invece, un incremento congiunturale per il settore dei servizi sia in valore (+1,6%) sia in volume (+1,7%).

Nel trimestre novembre 2023-gennaio 2024, in termini congiunturali, il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisce in valore (-0,7%) e aumenta in volume (+0,4%). Positivo l’andamento dei servizi nello stesso arco temporale, con incrementi dello 0,8% in valore e dello 0,7% in volume.

Su base tendenziale, a gennaio 2024, il fatturato dell’industria, corretto per gli effetti di calendario, registra una flessione sia in valore (-3,6%) sia in volume (-1,8%), con diminuzioni del 3,4% sul mercato interno (-1,6% in volume) e del 3,9% sul mercato estero (-2,6% in volume). I giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di gennaio 2023.

Nei servizi, invece, si registrano incrementi tendenziali del 3,6% in valore e del 3,8% in volume.

Nota. In data 12 aprile 2024, alle ore 10,35, sono stati sostituiti il file delle Serie storiche per un errore nel titolo della tabella 11 e il file della Struttura di ponderazione per l’eliminazione della presenza di elementi estranei nel file stesso.

Il commento
A gennaio, al netto dei fattori stagionali, cresce su base mensile il fatturato dei servizi, mentre sono in calo le vendite del settore industriale. Per i servizi, l’aumento dell’indice destagionalizzato è diffuso sia al settore del commercio all’ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli sia a quello degli altri servizi, con dinamiche simili sia in valore sia in volume. Per l’industria, il calo è più accentuato per le vendite sul mercato estero.

Anche in termini tendenziali e al netto degli effetti di calendario, le dinamiche sono differenziate, con una crescita dei valori e dei volumi per i servizi a cui si contrappone una flessione sia in valore sia in volume per l’industria.

COMUNICATO STAMPA ISTAT

 

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MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE COMUNICATO

Saggio degli interessi da applicare a favore del creditore nei casi di ritardo nei pagamenti nelle transazioni commerciali GU Serie Generale n.12 2024


Ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo n. 231/2002, come modificato dalla lettera e) del comma 1 dell'articolo 1 del decreto legislativo n. 192/2012, si comunica che per il periodo 1° gennaio - 30 giugno 2024 il tasso di riferimento e' pari al 4,50 per cento.

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CONTI ECONOMICI NAZIONALI PER SETTORE ISTITUZIONALE - ANNI 1995-2023

Cala la propensione al risparmio delle famiglie e il tasso di profitto delle imprese

Nel 2023 il reddito disponibile delle famiglie aumenta del 4,7% ma si riduce il loro potere d’acquisto (-0,5%). La spesa per consumi finali cresce del 6,5% e la propensione al risparmio delle famiglie cala al 6,3%, dal 7,8% del 2022, toccando il valore più basso dal 1995, inizio del periodo di riferimento dei conti.

Il tasso di investimento delle famiglie si porta al 9,0% (dal 9,2% del 2022).

Il tasso di profitto delle società non finanziarie scende al 44,8% (dal 45,4% del 2022), nonostante la crescita del valore aggiunto del 6,2%. Il tasso di investimento si riduce al 20,9% (dal 22,3% dell’anno precedente) a seguito della diminuzione degli investimenti fissi lordi (-0,6%).

Argomento: CONTI NAZIONALI

Tipo di documento: COMUNICATO STAMPA ISTAT

 

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Secondo le stime preliminari, nel mese di marzo 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annua (da +0,8% del mese precedente).

L’accelerazione del tasso d’inflazione si deve principalmente all’attenuazione su base tendenziale della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -17,2% a -10,3%) e regolamentati (da -18,4% a -13,8%) e, in misura minore, alla crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,4%); per contro, registrano un rallentamento i prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +4,4% a +2,6%) e dei Tabacchi (da +2,6% a +1,9%).

Nel mese di marzo l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +2,3% a +2,4%, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera da +2,6% a +2,5%.

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno marcata (da -0,9% a -0,1%) e quella dei servizi è in lieve accelerazione (da +2,9% a +3,0%), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,1 punti percentuali, dai +3,8 di febbraio).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +3,4% a +3,0%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,8% di febbraio a +2,7%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti dovuta anche a fattori stagionali (+1,4%), dei Beni alimentari lavorati e dei Beni energetici regolamentati (+0,7% entrambi) e dei Beni non durevoli (+0,4%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-1,9%) e dei Beni alimentari non lavorati (-0,7%).

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,6% per l’indice generale e a +1,3% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta di 1,2% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il NIC non tiene conto, e dell’1,3% su base annua (da +0,8% di febbraio).

Nota: In data 29 marzo 2024 alle ore 12:15 il testo del comunicato stampa in allegato è stato sostituito a seguito della correzione di un refuso nelle etichette dell’asse orizzontale della Figura 1.Indice dei prezzi al consumo (NIC).

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Il commento
A marzo, secondo le stime preliminari, l’inflazione risale moderatamente, portandosi all’1,3%. La lieve accelerazione risente dell’attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici (-10,8% da -17,3% di febbraio), sia per la componente regolamentata che non regolamentata. Un sostegno alla dinamica dell’inflazione si deve inoltre all’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi al trasporto (+4,4% da +3,8%). Di contro, i prezzi dei prodotti alimentari non lavorati evidenziano anche a marzo un rallentamento (+2,6% da +4,4%). Frena anche la dinamica su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+3,0%), mentre l’inflazione di fondo si attesta al +2,4% (in modesta ripresa da +2,3%).

COMUNICATO STAMPA DATA DI PUBBLICAZIONE: 29 MARZO 2024

 

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Casistiche per la fruizione dei crediti d'imposta 4.0:  

Investimenti 4.0 precedenti al 31/12/2022:  
Nulla cambia.  
La fruibilità dei crediti rimane immutata.

Investimenti effettuati dal 01/01/2023 al 31/12/2024:
Fruibilità sospesa fino all'invio della comunicazione al Mimit - Ministero delle imprese e  del  made  in  Italy.
Il modulo per la comunicazione non è ancora disponibile.

Investimenti effettuati dal 01/01/2024 al 29/03/2024: 
Obbligo di comunicazione ex-post. 
Fruibilità sospesa fino all'invio della comunicazione ex-post al Mimit.
Il modulo per la comunicazione non è ancora disponibile.

Investimenti effettuati dal 30/03/2024:
Obbligo di comunicazione ex-post ed ex-ante.
Fruibilità sospesa fino all'invio di entrambe le comunicazioni al Mimit.
Il modulo per la comunicazione non è ancora disponibile.

Obbligo di comunicazione per crediti d'imposta: scheda riassuntiva

Data di entrata in vigore: 30 marzo 2024

Crediti d'imposta interessati:
Investimenti in beni strumentali 4.0
Ricerca e sviluppo (R&S), Innovazione tecnologica (IT), IT 4.0 e green, Design

Casistiche:
1) Investimenti 4.0 e R&S&I&D effettuati a decorrere dal 30 marzo 2024:
Obbligo di comunicazione ex ante (prima della fruizione del credito)
Obbligo di comunicazione ex post (entro il 31 gennaio dell'anno successivo a quello di effettuazione dell'investimento)

2) Investimenti 4.0 e R&S&I&D effettuati a decorrere dall'1 gennaio 2024 al 29 marzo 2024:
Obbligo di comunicazione ex post 

3) Investimenti 4.0 (no R&S&I&D) effettuati nel 2023:
Obbligo di comunicazione ai fini della fruizione delle quote residue di credito 

Compensazione:
La compensazione dei crediti è subordinata all'invio della comunicazione
La comunicazione è bloccata fino all'emanazione di un decreto direttoriale del Mimit

 

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Art. 6 Misure per il monitoraggio di transizione 4.0
1. Ai fini della fruizione dei crediti d'imposta per investimenti in beni strumentali nuovi di cui all'articolo 1, commi da 1057-bis a 1058-ter, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e dei crediti d'imposta per investimenti in attivita' di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e design e ideazione estetica di cui all'articolo 1, commi 200, 201 e 202, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, ivi incluse le attivita' di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento di obiettivi di innovazione digitale 4.0 e di transizione ecologica di cui ai commi 203, quarto periodo, 203-quinquies e 203-sexies del medesimo articolo 1 della legge n. 160 del 2019, le imprese sono tenute a comunicare preventivamente, in via telematica, l'ammontare complessivo degli investimenti che si intendono effettuare a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto-legge, la presunta ripartizione negli anni del credito e la relativa fruizione. La comunicazione e' aggiornata al completamento degli investimenti di cui al primo periodo. La comunicazione telematica di completamento degli investimenti è effettuata anche per gli investimenti di cui al primo periodo realizzati a decorrere dal 1° gennaio 2024 e fino al giorno antecedente alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge. Le comunicazioni di cui al presente comma sono effettuate sulla base del modello adottato con decreto direttoriale 6 ottobre 2021 del Ministero dello sviluppo economico. Per le finalità di cui al presente articolo, con apposito decreto direttoriale del Ministero delle imprese e del made in Italy, sono apportate le necessarie modificazioni al decreto 6 ottobre 2021, anche per quel che concerne il contenuto, le modalita' e i termini di invio delle comunicazioni di cui al presente comma.

2. Il Ministero delle imprese e del made in Italy comunica mensilmente al Ministero dell'economia e delle finanze i dati di cui al presente articolo necessari ai fini del monitoraggio di cui all'articolo 17, comma 12, della legge 31 dicembre 2009, n. 196. 3. Per gli investimenti in beni strumentali nuovi di cui all'articolo 1, commi da 1057-bis a 1058-ter, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, relativi all'anno 2023, la compensabilità dei crediti maturati e non ancora fruiti è subordinata alla comunicazione effettuata secondo le modalità di cui al decreto direttoriale di cui al comma 1.

 

 

 

 

 

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