Il Capitale Circolante Netto (CCN o nella denominazione inglese Net Working Capital) è un indicatore patrimoniale-finanziare che riveste una particolare importanza per anticipare le crisi di liquidità.
Una sintetica definizione vede il CCN come la differenza tra attività correnti e passività correnti.
Tra le attività correnti andiamo a conteggiare le rimanenze finali di magazzino + crediti commerciali netti + altri crediti operativi.
Tra le passività correnti troviamo debiti commerciali netti + altri debiti operativi + debiti verso le banche, che si risolveranno entro l’anno.

Il Capitale Circolante Netto esprime l’equilibrio della struttura finanziaria di breve periodo dell’impresa e risponde fondamentalmente alla domanda se l’impresa è in grado di far fronte alle obbligazioni a breve termine attraverso la propria liquidità corrente (sia immediata che differita).

L’interpretazione del suo valore è la seguente:

Indice di liquidità generale > 1: quando le attività correnti sono maggiori delle passività correnti. In questo caso il CCN è positivo e possiamo dire che abbiamo una buona situazione di liquidità. Attenzione però ... dato che il CCN contiene anche delle componenti differite di liquidità (crediti v/clienti e rimanenze) e non è detto che queste voci si trasformino in liquidità immediata e quindi in ultima istanza non è detto che, pur avendo un CCN positivo, l’impresa sia in grado di rispettare regolarmente gli impegni a breve.
A questo punto l'azienda deve puntare all’ottimizzazione del capitale circolante che rappresenta uno dei modi più economici e corretti che un’azienda ha a disposizione per ottenere liquidità. 
Per ottimizzare il capitale circolante l'imprenditore può intervenire:
sui crediti verso clienti;
sulle rimanenze di magazzino;
sui debiti verso fornitori.

Indice di liquidità generale < 1: quando le attività correnti sono minori delle passività correnti. Il CCN è negativo e la situazione di liquidità dell’impresa è da "attenzionare" perché i flussi finanziari a breve - sia attivi che passivi - non seguono correttamente il ciclo produttivo. Ovviamente da solo questo fatto non è ancora sinonimo di insolvenza, ma è comunque un segnale di una difficoltà nel gestire adeguatamente le risorse finanziarie. La situazione va monitorata e  indagata, per individuare le cause e studiare la dinamica dell’assorbimento della cassa. Il CCN potrebbe infatti risultare negativo anche a causa di un evento non ricorrente come la svalutazione di alcuni crediti e la difficoltà nell'incasso dei clienti.

Monitorando costantemente anche il CCN l’azienda ha la possibilità di prevenire crisi di liquidità che potrebbero compromettere l'equilibrio finanziario della stessa.

 

E tu stai monitorando costantemente il tuo “Capitale circolante netto” aziendale ?

 

Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 02-05-2017

 

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Francesco Cacchiarelli, economista di impresa, iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989, iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999

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