Stiamo costruendo un acquedotto o stiamo trasportando secchi ?

Mentre navigavo in internet mi sono imbattuto in questa storia tratta dal libro di Burkes Hedges "La parabola dell’acquedotto".

La storia è ambientata in un villaggio senza tempo, abitato da una manciata di persone, tutte in pensiero per un grave problema: la siccità. In questo piccolo villaggio abitavano due grandi amici di nome Paolo e Bruno che stavano aspettando la loro opportunità.

Un giorno quell’opportunità sembrò bussare alla loro porta. I due amici vennero infatti arruolati per portare l’acqua dal fiume alla cisterna nella piazza del villaggio. Tutti e due presero un secchio - più o meno grande - e si diressero allegramente verso il fiume.

Alla fine della giornata avevano riempito completamente la cisterna. Gli anziani del villaggio li pagarono ben un centesimo per ogni secchio d’acqua trasportato.

Bruno era molto felice mentre Paolo non era dello stesso stato d'animo. La schiena gli faceva male, aveva le vesciche sulle mani dal portare i pesanti secchi e aveva l’incubo di alzarsi il giorno dopo e di rifare quello stesso lavoro. Paolo allora cominciò a pensare a qualche altro modo per portare l’acqua dal fiume al villaggio.

Il giorno dopo mentre i due baldi giovani prendevano i loro secchi e andavano verso il fiume Paolo disse a Bruno di avere avuto un'idea innovativa. Invece di portare secchi - sempre più grandi e più pesanti - avanti e indietro per qualche centesimo al giorno, sarebbe stato meglio se avessero cominciato a costruire un sistema automatizzato per portare tutti i giorni l'acqua. Sarebbe stato meglio costruire un acquedotto !

Bruno guardò Paolo esterrefatto e gli disse che avevano ormai un ottimo lavoro che gli permetteva di guadagnare - portando cento secchi al giorno -  anche un dollaro con il quale si sarebbero potuti comprare un paio di scarpe nuove; alla fine del mese una mucca e dopo sei mesi una nuova capanna.

Paolo decise allora che avrebbe lavorato parte della giornata trasportando secchi e l’altra parte della giornata e i fine settimana a costruire il suo acquedotto. 

Bruno e tutti gli abitanti del paese cominciarono a deridere Paolo chiamandolo "Paolo, l’uomo dell’acquedotto" ! Bruno invece – che guadagnava quasi il doppio di Paolo – cominciò a sfoggiare i suoi nuovi acquisti e il suo nuovo status.

Nei primi mesi Paolo non vedeva i risultati dei suo sforzi. Il lavoro era duro. Anche più duro di quello di Bruno, perché Paolo lavorava anche la sera ed i fine settimana. Ma Paolo continuava a ripetersi che i sogni del domani si costruiscono col sacrificio di oggi.
Giorno dopo giorno scavava un centimetro alla volta. I centimetri diventarono un metro; poi dieci metri. Poi venti metri. Poi cento.

Durante le pause di riposo Paolo guardava il suo vecchio amico Bruno trasportare i secchi. Le spalle di Bruno erano sempre più incurvate. I suoi passi rallentati dalla fatica quotidiana. Bruno era arrabbiato e risentito dal fatto che era condannato a trasportare secchi - giorno dopo giorno - per il resto della sua vita.

I giorni divennero mesi. E un giorno Paolo si rese conto che il suo acquedotto era metà finito e realizzò che il giorno del completamento del lavoro si avvicinava sempre più.

Alla fine il Grande Giorno arrivò. Il suo acquedotto era finito e il paese adesso poteva avere un rifornimento costante di acqua dolce.

Ora Paolo non doveva più trasportare secchi d’acqua. L’acqua scorreva che lui lavorasse o no. Scorreva mentre mangiava. Scorreva mentre dormiva. Scorreva; scorreva sempre. E più acqua scorreva nel villaggio più soldi scorrevano nella tasche di Paolo.

D'altro canto gli abitanti del villaggio erano contenti perché il volume di acqua era superiore e il prezzo era addirittura più basso!

L’acquedotto mandò però fuori mercato Bruno - l'uomo del secchio - che in sostanza ora era diventato inutile.

Paolo però era triste nel vedere il suo vecchio amico ormai scansato e deriso da tutti.

Così un giorno andò a trovare Bruno per chiedergli il suo aiuto.

Paolo spiegò a Bruno che c'erano voluti due anni per costruire il primo acquedotto, ma che durante questo tempo aveva imparato molto.

Sapeva quali strumenti usare, dove scavare, come posare i tubi e aveva sviluppato un sistema che gli avrebbe permesso di costruire un altro acquedotto. E poi un altro. E poi un altro ancora.

Certo Paolo poteva costruire un acquedotto all’anno da solo, ma quello non sarebbe stato secondo la sua visione, il modo migliore di impiegare il suo tempo.

La sua idea era quella di insegnare a Bruno - e ad altri - come costruire un acquedotto e cominciare a guadagnare una piccola percentuale per ogni litro d’acqua che passasse in quegli acquedotti. Più acqua scorreva attraverso gli acquedotti più soldi scorreranno nelle loro tasche.

L’acquedotto che Paolo aveva costruito non sarebbe stato quindi la fine del sogno, ma solo l’inizio. 
Bruno finalmente vide il quadro più grande e abbracciò il vecchio amico.

Passarono gli anni e Paolo e Bruno si erano già ritirati da molto tempo. La loro attività mondiale di acquedotti stava ancora pompando annulamente milioni di dollari nei rispettivi conti bancari.

A volte, nei loro viaggi per le campagne e le zone non coperte da acquedotti Bruno e Paolo incontravano persone che stavano trasportando pesanti secchi d’acqua.

I vecchi amici allora si fermavano e raccontavano la loro storia a quelle persone offrendosi di aiutarli a costruire il proprio acquedotto.

Sfortunatamente però la maggior parte dei portatori di secchi frettolosamente scartava l’idea dell’acquedotto.

Paolo e Bruno sentivano ripetere sempre le stesse scuse:
- Non ho tempo
- Un amico mi ha detto di conoscere un amico di un amico che ha cercato di costruire un acquedotto e ha fallito.
- Solo quelli che sono entrati all’inizio guadagnano sugli acquedotti.
- Ho trasportato secchi tutta la vita, preferisco continuare a portare secchi.
- So di persone che hanno perso soldi nell’affare degli acquedotti. Non è per me.

E così - con il passar del tempo - Paolo e Bruno si rassegnarono al fatto di vivere in un mondo di portatori di secchi - che guadagnavano solo a condizione di portare sempre secchi più grandi - e che solo una piccola percentuale di persone erano pronte ad avere una visione diversa e a sognare il proprio acquedotto.

 

Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 09-02-2017

 

 

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