Testata Giornalistica On Line di Informazione Giuridico - Economica

 

Comunicato stampa Agenzia delle Entrate del 17 ottobre 2016
 
La successiva cessione dei beni non è abuso del diritto
Gli immobili appartenenti a società che si trovano in fase di liquidazione rientrano nel regime agevolato di assegnazione dei beni ai soci. L’eventuale cessione degli immobili, effettuata dai soci in un momento successivo all’avvenuta assegnazione, è da considerarsi fiscalmente legittima, non configurando un’ipotesi di abuso del diritto (prevista dall’articolo 10-bis della legge 212/2000). È questo il chiarimento fornito con la risoluzione n. 93/E di oggi dell’Agenzia delle Entrate, in materia di assegnazione dei beni ai soci con successiva cessione a terzi.
I beni ammessi al regime di favore - La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto un regime fiscale agevolato di carattere temporaneo per consentire l’estromissione dalle imprese degli immobili diversi da quelli strumentali per destinazione, e la loro assegnazione agevolata ai soci; la disciplina di favore prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell’Irap, pari all’8 per cento, ovvero al 10,5 per cento per le società non operative o in perdita sistematica. Il documento di prassi precisa che, nel momento in cui viene aperta la fase di liquidazione, la società non svolge più attività d’impresa e si è in presenza di una mera fase finalizzata alla cessazione delle operazioni; gli immobili assegnati ai soci, non essendo più utilizzati nel ciclo produttivo dell’impresa, e non rientrando più, dunque, tra quelli strumentali per destinazione, possono fruire del regime agevolato.
Il risparmio d’imposta è legittimo - La disciplina agevolativa favorisce la fuoriuscita di quei beni, non direttamente utilizzati nell’esercizio dell’attività imprenditoriale, per i quali non sussistono immediate condizioni di impiego favorevoli ma che potrebbero essere, in seguito, nuovamente immessi nel mercato. La risoluzione chiarisce che, nel momento in cui viene aperta la fase liquidatoria, l’assegnazione agevolata degli immobili ai soci e la successiva cessione degli stessi a terzi, non si pongono in contrasto con le finalità delle norme fiscali o con i principi dell’ordinamento. In particolare, queste operazioni, non comportando la realizzazione di un indebito vantaggio fiscale, non configurano un’ipotesi di abuso del diritto (articolo 10-bis della legge 212/2000), bensì un legittimo risparmio d’imposta.

Sono 930 le imprese agricole che hanno risposto alle domande dell’indagine qualitativa sull’accesso al credito condotta dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea) alla fine del 2015 e l’analisi delle risposte aggregate ha evidenziato luci ed ombre del comparto, nonché alcune specificità.
 
La prima tra le note distintive è l’assenza di credit crunch, poiché nel 2015 gli impieghi concessi al settore agricolo sono cresciuti di mezzo punto percentuale rispetto all’anno precedente, con un valore assoluto di 44 miliardi di euro. Tale dato positivo va comunque considerato alla luce di due importanti aspetti, ovvero il limitato peso dell’agricoltura nel complesso del credito bancario (5%) e la fuoriuscita dal mercato di quasi il 10% degli operatori tra il 2012 ed il 2015 (fonte Infocamere).

Di particolare interesse risultato le risposte fornite dalle aziende aderenti all’indagine in merito alle motivazioni addotte per il ricorso al credito durante il 2015. Tra queste, infatti, il 52% ha dichiarato di recuperare liquidità al fine di sostenere la mera attività ordinaria (il 7% in più rispetto al 2014) e il 43% è ricorso al credito per investimenti a medio-lungo termine, quali - ad esempio - la costruzione di fabbricati rurali, l’acquisto di macchinari o attrezzature (il 9% in più rispetto al 2014). Infine, risultano praticamente nulli i prestiti richiesti dalle aziende agricole per sostenere l’innovazione, in attesa, molto probabilmente, dell’arrivo dei bandi per i Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) 2016.

A conti fatti, solo un quinto delle aziende agricole è ricorsa al credito bancario nel 2015, confermando i trend degli anni passati e la forte propensione del settore al ricorso quasi esclusivo al capitale proprio, nonostante sia in miglioramento la percezione dell’accesso al credito. In questo senso, un forte contributo arriva dalla riduzione dei tassi di interesse dei prestiti e dal ridimensionamento delle garanzie richieste dagli istituti bancari.
Nonostante i dati sul settore agricolo possano apparire almeno in parte rassicuranti, gli operatori del settore primario si sono espressi con preoccupazione in merito alla richiesta di credito, poiché dovuta sostanzialmente a problemi finanziari determinati da crediti non riscossi e da debitori insolventi.
La criticità più evidente, quindi, risulta l’espulsione dal mercato delle Micro, Piccole e Medio Imprese (MPMI), le quali rispondono con maggiori difficoltà alle crisi di liquidità rispetto ad aziende più strutturate.
 
Articolo redatto dal Dott. Riccardo Cerulli - 18/09/2016

Le rilevazioni Unioncamere-Infocamere sulla nati-mortalità delle imprese nel II trimestre fotografano una dinamica territoriale particolarmente favorevole per il Sud Italia.
Più del 38% delle 38mila nuove attività create tra aprile e giugno sono residenti al Mezzogiorno e la loro dinamica percentuale del tasso di crescita è dello 0,73% (in crescita rispetto agli ultimi 2 anni), contro lo 0,63% della media nazionale.
Quest’ultimo trimestre, quindi, conferma un trend già iniziato nel 2008; da allora infatti la quota del saldo nazionale delle aziende del Sud ha registrato un forte incremento, passando dal 29 al 38,1% di giugno 2016.

Sul piano dei comparti, il Commercio ha ottenuto il miglior saldo di periodo tra imprese chiuse e nuove attività, con un aumento di 8.924 unità. Sugli altri gradini del podio i servizi di alloggio e ristorazione (+6.052) e l’agricoltura (+5.007). In termini relativi, invece, sono i servizi alle imprese ad ottenere la performance di periodo migliore, incrementando di 1,63 punti percentuali il numero di attività rispetto al trimestre precedente. Seguono le attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+1,46%) e sanità e assistenza sociale (+1,43%).
Tra le nuove iniziative economiche più della metà sono costituite in forma di società di capitali (19.259 unità in più) - in crescita rispetto all’anno passato - mentre le altre forme giuridiche non registrano miglioramenti nel saldo.
Ad oggi le imprese iscritte al Registro delle imprese delle Camere di commercio superano le 6 milioni di unità, un terzo delle quali localizzate nella circoscrizione Sud e Isole. Il dato positivo è che tutte le regioni hanno chiuso il trimestre con saldi positivi tra aperture e chiusure.

In ultima analisi, appare evidente come il motore del Sud stia spingendo la locomotiva dell’economia italiana che, ancora rallentata dalla recessione, sta tentando di riprendere una velocità di crociera adeguata ad una delle potenze dell’eurozona.
 
Articolo redatto dal Dott. Riccardo Cerulli - 18/09/2016

La Legge 2 agosto 2004 n. 210 “Delega al Governo per la tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire” e il relativo Decreto Legislativo 20 giugno 2005 n. 122 “Disposizioni per la tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire, a norma della legge 2 agosto 2004, n. 210“, hanno introdotto per gli acquirenti privati una serie di tutele per gli acconti versati per l’acquisto di immobili “sulla carta”.
La più importante forma di tutela introdotta dal sopra citato D.Lgs. 122/2005 è la garanzia fideiussoria obbligatoria che il costruttore deve rilasciare al futuro acquirente a garanzia delle somme incassate fino al rogito definitivo.

La polizza fideiussoria ex Legge 210/2004:
La fideiussione obbligatoria garantisce tutte le somme incassate e ancora da riscuotere così come previsto nel contratto preliminare, che il futuro acquirente effettuerà fino alla stipula dell’atto definitivo di compravendita al costruttore di un immobile da costruire. Dalla garanzia sono escluse le somme oggetto di mutuo e il saldo prezzo versato in sede di stipula del rogito definitivo.
Se non vengono versate caparre e/o acconti la garanzia fideiussoria non sarà dovuta.
La fideiussione deve essere emessa da una banca o da un’assicurazione autorizzata e opera nel momento in cui si verifichi una situazione di crisi finanziaria (pignoramento relativo all’immobile oggetto del contratto, pubblicazione della sentenza dichiarativa di fallimento, del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa e della dichiarazione dello stato d’insolvenza) dell’impresa costruttrice.
La fideiussione, a pena di nullità del contratto, deve essere consegnata dal costruttore al promissario acquirente, prima o contestualmente alla sottoscrizione del contratto preliminare di vendita.

L’ambito soggettivo di applicazione della garanzia:
Il promittente venditore deve essere un costruttore che operi in veste imprenditoriale o una cooperativa edilizia che promettano in vendita un immobile da costruire.
Il promissario acquirente deve essere una persona fisica.

I limiti oggettivi dell’obbligo:
La fideiussione scatta per gli immobili da costruire  - a prescindere dalla destinazione d’uso - da intendersi come quelli per i quali sia stato richiesto il permesso di costruire e che non siano stati ancora ultimati “versando in stadio tale da non consentire ancora il rilascio del certificato di agibilità”.
L’obbligo di rilascio della fideiussione non ricorre qualora oggetto della vendita sia un immobile nello stato “grezzo in cui si trova” senza che il costruttore si obblighi a completarlo.

In via generale possiamo quindi dire che lo scopo della normativa è quello di tutelare l’acquirente di un immobile da costruire in quanto parte più debole, alla quale deve essere garantita la possibilità di recuperare tutte le somme pagate al costruttore nel caso di fallimento dello stesso.
 

Articolo redatto da Francesco Cacchiarelli 11-04-2017

Il valore della produzione è la somma di tutti gli elementi che hanno contribuito alla produzione economica di un’impresa, compreso il fatturato!

Il calcolo del valore della produzione consiste nella seguente somma algebrica:

+ ricavi delle vendite e delle prestazioni

+/- variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti

+ variazioni dei lavori in corso su ordinazione

+ incrementi di immobilizzazioni per lavori interni

+ altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi in conto esercizio

 

Conto economico IV direttiva CEE:

A) Valore della produzione

1) ricavi delle vendite e delle prestazioni

2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti

3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione

4) incrementi di immobilizzazioni per lavori interni

5) altri ricavi e proventi
- proventi diversi
- contributi in conto esercizio

Totale A valore della produzione

 

Il piano di audit risk based per il raggiungimento degli obiettivi aziendali

La rivoluzione in atto nei rapporti con il sistema bancario

La compliance aziendale per gestire meglio l'impresa

La PEX al 5% per i dividendi percepiti da una srl

Contabilità generale versus contabilità analitica

La posizione finanziaria netta PFN

Adeguati assetti organizzativi

Attento imprenditore

 

 

Francesco Cacchiarellieconomista di impresa, iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Viterbo, al numero 084 sezione A, anzianità 1989, iscritto nel Registro dei Revisori Legali MEF, al numero 103287 sezione A, anzianità 1999

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Comunicato stampa Unioncamere del 13 settembre 2016
 
Mentre le scuole riaprono i battenti, prende il via il Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, punto d’incontro (virtuale) tra i ragazzi che frequentano il triennio conclusivo di un istituto tecnico e di un liceo e le imprese italiane disponibili ad offrire loro un periodo di apprendimento on the job. Il portale www.scuolalavoro.registroimprese.it – la cui realizzazione è stata affidata al sistema delle Camere di commercio ed è gestito da InfoCamere - è un tassello determinante per la piena riuscita di uno degli aspetti più innovativi della riforma introdotta con “La buona scuola”: l’inserimento organico di percorsi obbligatori di alternanza nelle scuole superiori ed il riconoscimento del valore dell’imparare lavorando. La riforma scolastica, infatti, ha stabilito che ogni anno almeno 200 ore per i licei e 400 ore per gli istituti tecnici debbano essere svolte in un contesto lavorativo.
“La tenuta del Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro è una delle nuove funzioni che il decreto di riforma, approvato in prima lettura dal Governo a fine agosto, attribuisce alle Camere di commercio”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “Il tema dell’orientamento e dell’alternanza è da tempo caro al sistema camerale, che da oltre 10 anni è impegnato a favorire un dialogo proficuo tra mondo della scuola e sistema produttivo, colmando così una lacuna del nostro mercato del lavoro. Ora, grazie a Internet, questo sarà veramente a portata di mano, semplice, trasparente e a costo zero”.
Nell’area aperta e liberamente consultabile del Registro, possono iscriversi gratuitamente le imprese, gli enti pubblici e privati, le associazioni e i professionisti che vogliano investire sullo sviluppo educativo e professionale dei giovani, mettendo a disposizione percorsi di alternanza presso le proprie strutture. Per ciascuna impresa, ente o professionista, il Registro riporta il numero massimo degli studenti ospitabili, i periodi dell’anno in cui è possibile svolgere l’attività di alternanza e i percorsi di alternanza offerti.
Il nuovo portale si occuperà anche dell’alternanza scuola-lavoro da svolgere in regime di apprendistato. D’intesa con il Ministero del Lavoro e con il Ministero dell’Istruzione, infatti, nell’area aperta e consultabile del Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro, le imprese potranno segnalare anche la propria disponibilità ad ospitare gli studenti in apprendistato (di primo livello), destinato ai giovani dai 15 ai 25 anni che intendano acquisire una qualifica o un diploma professionale, un diploma di istruzione secondaria superiore o il certificato di specializzazione tecnica superiore.
Le imprese che si iscriveranno al portale saranno inserite anche in una sezione speciale del Registro delle imprese delle Camere di commercio, così da consentire ai dirigenti scolastici di consultare - nel rispetto della normativa sulla privacy - informazioni dettagliate di carattere giuridico-economico sulle imprese più interessanti per i propri studenti, in vista dell’attivazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro. Sempre online, gli istituti scolastici – cui spetta per legge provvedere alla copertura assicurativa degli allievi in alternanza - potranno trovare tutte le informazioni necessarie per stipulare le apposite convenzioni con le imprese e gli enti pubblici e privati disponibili ad ospitare i giovani.

Comunicato stampa Ministero de Lavoro del 2 settembre 2016
 
Lavoro: pubblicato sul sito del Ministero il Quaderno di monitoraggio n°1/2016 "I contratti di lavoro dopo il Jobs Act"
È stato pubblicato oggi sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nella sezione Studi e statistiche, il Quaderno di monitoraggio n. 1 - 2016. I contratti di lavoro dopo il Jobs Act.
Il volume rientra nell'attività di Monitoraggio e valutazione delle riforme del mercato del lavoro prevista dalla Legge 92/2012 e affidata a un Comitato scientifico composto da rappresentanti del mondo universitario e delle istituzioni.
Il quaderno di monitoraggio sui contratti si avvale dei dati provenienti dalle tre principali fonti statistiche esistenti per l'analisi del mercato del lavoro: ISTAT, INPS e Ministero del lavoro.
I diversi capitoli del Rapporto offrono una lettura approfondita della struttura dell'occupazione in Italia anche grazie all'uso di matrici di transizione (per esempio dalle varie forme di contratti atipici al tempo indeterminato) oppure all'analisi dettagliata sulla durata dei contratti a termine (fino a 1 mese e da 1 a 3 mesi) o, ancora, sull'evoluzione e struttura del reclutamento nel 2015 a confronto con il biennio precedente.

Comunicato stampa INAIL del 28 luglio 2016
 
 
Il finanziamento – sostenuto da Inail e dal ministero del Lavoro - è destinato agli investimenti per l’acquisto o il noleggio di macchine e trattori caratterizzati da soluzioni innovative per l’abbattimento delle emissioni inquinanti, la riduzione del rischio rumore e il miglioramento del rendimento e della sostenibilità globali delle aziende
Quarantacinque milioni di euro a fondo perduto messi a disposizione delle micro e piccole aziende del settore agricolo per sostenere il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza.
È questo lo stanziamento del bando Isi-Agricoltura 2016, finanziato per 20 milioni di euro dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e per 25 milioni di euro dall’Inail. L’importo, distribuito in budget regionali e provinciali, è ripartito in due assi di intervento: il primo, da cinque milioni di euro, riservato ai giovani agricoltori, organizzati anche in forma societaria, e il secondo, da 40 milioni, destinato alla generalità delle imprese agricole. L’operazione è stata realizzata in collaborazione col ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
Ogni azienda può presentare una sola domanda. Come disposto dall’ultima legge di stabilità (208/2015), che ha istituito presso l’Inail un fondo con la dotazione di 45 milioni per quest’anno e 35 milioni all’anno a decorrere dal 2017, le aziende agricole che possono accedere agli incentivi sono le imprese individuali, le società agricole e le società cooperative operanti nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli e in possesso dei requisiti specificati nel bando. Ogni impresa potrà presentare una sola domanda e per uno solo dei due assi di finanziamento previsti.
Finanziato l’acquisto o il noleggio con patto d’acquisto di mezzi agricoli o forestali. Nel dettaglio, saranno finanziati gli investimenti per l’acquisto o il noleggio con patto di acquisto di trattori agricoli o forestali o di macchine agricole o forestali caratterizzati da soluzioni innovative per l’abbattimento delle emissioni inquinanti, la riduzione del rischio rumore e il miglioramento del rendimento e della sostenibilità globali delle aziende, nel rispetto del regolamento 702/2014 della Commissione europea.
De Felice: “Uno strumento che aumenta l’efficacia delle politiche di prevenzione dell’Inail”. “Il bando Isi-Agricoltura – afferma il presidente dell’Inail, Massimo De Felice – è strumento finalizzato, che aumenta l’efficacia delle strategie di prevenzione dell’Inail. Incentiva interventi in un settore statisticamente caratterizzato da elevato rischio di infortunio e contribuisce a migliorare lo stato dei mezzi di lavoro che non garantiscono sicurezze ed efficienza. Anche in questo settore, quindi, le politiche di prevenzione dell’Inail possono produrre sviluppo e crescita”.
Poletti: “Segnale importante di attenzione a un settore dove rafforziamo ancora la sicurezza sul lavoro”. “Destinare, per la prima volta, risorse specifiche al miglioramento delle condizioni di sicurezza e di salute in agricoltura è un segnale importante di attenzione a un settore dove rafforziamo ancora la sicurezza sul lavoro – sottolinea il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti – e testimonia l’impegno costante per la prevenzione dei rischi che sta giustamente assumendo un ruolo crescente nell’attività di Inail”.
Martina: “Sostenibilità, innovazione e sicurezza i principi cardine dell’intervento”. Per il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, “sostenibilità, innovazione e sicurezza sono i tre principi cardine di questo intervento. Attraverso le risorse dedicate contribuiamo ad ammodernare il parco macchine in attività nei nostri campi, mirando soprattutto a prevenire i rischi sul lavoro. Attenzione particolare va ai giovani che, anche in questo bando, hanno una corsia preferenziale per il sostegno ai loro investimenti. L’agricoltura si conferma centrale per l’attività di governo come dimostra il coinvolgimento attivo dell’Inail e del ministero del Lavoro in questo progetto”.
Previste tre tipologie di progetti. I progetti finanziati dal bando Isi-Agricoltura 2016, in particolare, possono prevedere l’acquisto o il noleggio con patto di acquisto di due beni al massimo, da associare secondo questo schema:
-un trattore agricolo o forestale più una macchina agricola o forestale dotata o meno di motore proprio;
-una macchina agricola o forestale dotata di motore proprio più una macchina agricola o forestale non dotata di motore proprio;
-due macchine agricole o forestali non dotate di motore proprio.
La compilazione delle domande tra il 10 novembre 2016 e il 20 gennaio 2017. La procedura di assegnazione degli incentivi – in coerenza col già noto e bando Isi, giunto alla sua sesta edizione – è del tipo valutativa “a sportello” e terrà conto dell’ordine cronologico di presentazione delle domande. Tra il 10 novembre 2016 e il 20 gennaio 2017 le imprese agricole dovranno inserire sul sito dell’Inail i dati dell’azienda e le informazioni relative al progetto per cui richiedono il finanziamento, sulla base di una serie di parametri che determineranno il raggiungimento o meno della soglia minima di ammissibilità, pari a 100 punti. Una volta conclusa la fase di compilazione, le aziende che avranno raggiunto o superato questo punteggio potranno inviare la propria domanda attraverso lo sportello informatico. Le date e gli orari dell’apertura e della chiusura dello sportello saranno pubblicati sul portale dell’Istituto a partire dal 30 marzo 2017. La pubblicazione degli elenchi in ordine cronologico evidenzierà le imprese in posizione utile per accedere al contributo, che dovranno presentare alla sede Inail di competenza la documentazione che attesta il possesso dei requisiti previsti dal bando.
Il contributo può arrivare fino a 60mila euro. In caso di esito positivo della verifica da parte dell’Inail, i termini di realizzazione del progetto finanziato sono diversificati: 180 giorni nel caso di acquisto diretto dei mezzi agricoli o forestali, 365 nel caso di noleggio con patto di acquisto. Il contributo in conto capitale coprirà il 50% delle spese ammissibili sostenute e documentate dalle imprese agricole dei giovani agricoltori e il 40% dei costi sostenuti da tutte le altre aziende. I progetti da finanziare devono essere tali da comportare un contributo compreso tra un minimo di mille euro e un massimo di 60mila. I fondi saranno erogati dopo la conclusione del progetto, ma nel caso di contributi superiori a 30mila euro è possibile richiedere un anticipo pari a metà dell’importo, che sarà concesso previa costituzione di garanzia fideiussoria a favore dell’Inail. L’anticipo, però, non può essere concesso per i progetti che prevedono il noleggio con patto di acquisto. 

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