Testata Giornalistica On Line di Informazione Giuridico - Economica

 

Lo staff di tusciafisco.it segnala la pubblicazione del documento «Il Modello 231/2001 per gli Enti Non Profit: una soluzione per la gestione dei rischi» (download .pdf), da parte del CNDCEC - Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (ottobre 2012).

 

Conseguenze mancanza adeguati assetti

Analisi Centrale dei Rischi opportunità per le aziende

Visto di congruità dell’informativa finanziaria aziendale

Assurance e Asseverazioni: La fiducia nelle informazioni aziendali

Perché una certificazione degli adeguati assetti aziendali? Tu imprenditore te lo sei mai chiesto?

Benefici per il revisore nella certificazione di adeguati assetti e continuità aziendale da parte di un consulente esterno



Il documento è strutturato sulla base del seguente indice:
I.INQUADRAMENTO NORMATIVO E APPLICABILITÀ DEL D.LGS. 231/2001 AL TERZO SETTORE
1.L’ambito applicativo del D.Lgs. 231/2001
1.1.I soggetti esclusi
1.2.La c.d. “zona d’ombra” e i nuovi orientamenti giurisprudenziali
2.I criteri di imputazione della responsabilità
3.I reati presupposto
4.Il sistema sanzionatorio
4.1.Sanzioni pecuniarie
4.2.Sanzioni interdittive
4.3.Le altre sanzioni; il commissariamento dell’ente
5.Gli enti appartenenti al Terzo Settore: le tipologie classificabili
6.Applicabilità della normativa al Terzo Settore
II.GLI ENTI APPARTENENTI AL TERZO SETTORE: ASPETTI DEFINITORI
1.Classificazione generale
2.Profilo schematico degli enti
III.LA PREDISPOSIZIONE DEL MODELLO ESIMENTE: LE FASI DI COSTRUZIONE
1.Premessa: caratteristiche e requisiti dei modelli organizzativi
2.Analisi e valutazione del sistema di controllo interno
3.Individuazione dei processi/attività a rischio-reato
4.Risk assessment
5.Principi e procedure di controllo
6.Codice etico e sistema disciplinare
IV.INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI A RISCHIO
1.Premessa
2.Attività sensibili e reati potenziali
2.1.Reati potenziali e soggetti coinvolti
2.2.Strumenti di prevenzione e procedure di controllo
V.L’ORGANISMO DI VIGILANZA
1.Premessa
2.I requisiti e la composizione dell’OdV
3.I poteri e le funzioni
4.La responsabilità
APPENDICE: LE FONDAZIONI DI ORIGINE BANCARIA (FOB)
1.Le dimensioni economico-patrimoniali e organizzative delle FOB
2.La natura economica delle FOB
3.La governance e la struttura organizzativa delle FOB
4.Le FOB e i parametri dimensionali
5.Alcune considerazioni in merito alle attività sensibili e ai reati potenziali delle FOB

TAG:

Risk assessment, controllo interno,

Il portale dedicato agli incentivi per le imprese, i professionisti e le amministrazioni.
Incentivi.gov.it è lo strumento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy per facilitare la ricerca degli incentivi da parte dei cittadini e delle imprese sia per nuove attività sia per consolidare quelle già attive.
Si tratta di un motore di ricerca che consente di individuare le misure che meglio rispondono alle esigenze di ogni utente, grazie ad una dettagliata classificazione degli incentivi messi a disposizione dal MIMIT. Per ogni agevolazione, infatti, sono specificate le categorie di interesse, le date di apertura e chiusura degli sportelli, le caratteristiche tecniche, i costi ammessi e l’ambito territoriale.
Sul sito saranno inoltre sempre aggiornati i riferimenti alla normativa e alla modulistica funzionali alla presentazione delle domande.

Il portale consente, attraverso un percorso guidato, di trovare e scegliere tutti gli incentivi finanziati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, compresi quelli previsti dal Pnrr, in continua interrelazione con i contenuti presenti sul sito Mise. In una seconda fase, la sua operatività verrà estesa anche alle misure e alle sovvenzioni di altri enti e istituzioni.

È infine prevista un’area riservata alle pubbliche amministrazioni per offrire report e dati aggiornati, utili alla programmazione e alla conoscenza dello stato delle misure in tempo reale.
 
 
 
Nota del Centro Studi Confindustria n. 1 del 16 giugno 2012 (download .pdf)

Oggetto: «Incentivi pubblici: spesi quasi 35 miliardi, ma alle imprese industriali ne arrivano meno di tre»

Abstract
«Stabilire il reale ammontare degli incentivi alle imprese è un vero e proprio rebus. Esistono, infatti, ben cinque fonti ufficiali che forniscono numeri tra loro molto diversi, perché rispondono a finalità differenti. Ciò genera grande confusione e si presta a un uso inappropriato e talvolta strumentale dei dati, come se si riferissero allo stesso aggregato, agli stessi soggetti e fossero calcolati nello stesso modo. Dal conto economico della pubblica amministrazione risultano contributi totali alle imprese per 34,6 miliardi nel 2010. Ma anzitutto il termine impresa è in realtà un’etichetta residuale, che include anche soggetti che nulla hanno a che fare con un’attività imprenditoriale con
fini di lucro (CONSOB, ENAV, scuole e università private, municipalizzate). Cosicché, la quasi totalità di questi denari del contribuente finisce a coprire parte dei costi di produzione di servizi di pubblica utilità.
In realtà, alle autentiche imprese, arrivano incentivi per 4,5 miliardi. La stima è della Commissione europea, che prende in considerazione le somme erogate legge per legge e finanziate con risorse nazionali e secondo la quale le aziende industriali beneficiano di 3,0 miliardi. Ma se si considerano solo l’industria in senso stretto e i servizi alla produzione, MET indica 2,7 miliardi pagati, compresi i fondi comunitari.
Per quantificare l’ammontare reale degli incentivi alle imprese italiane occorre districarsi in un dedalo di fonti e statistiche, che di volta in volta indicano numeri molto diversi tra loro.
Cosicché nel dibattito pubblico regna la confusione massima».

Disponibile on line la delibera attuativa dell'articolo 6 bis del Codice dei contratti.

Dal 1° gennaio 2013, ai sensi dell’art. 6 bis, del D. Lgs. 163/2006, la documentazione comprovante il possesso dei requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativo ed economico-finanziario per la partecipazione alle procedure disciplinate dal presente Codice è acquisita presso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici, istituita presso l'Autorità.

In attuazione del sopracitato articolo del Codice l’Autorità ha:
  • acquisito in data 19/12/2012 il parere positivo del Garante per la protezione dei dati personali relativamente ai dati concernenti la partecipazione alle gare per le quali è obbligatoria l'inclusione della documentazione nella Banca dati, nonché i termini e le regole tecniche per l'acquisizione, l'aggiornamento e la consultazione nella Banca dati,
  • sentito i principali operatori del mercato e Stazioni Appaltanti nel merito dei contenuti della bozza di delibera pubblicata sul sito dell’Autorità il 13 dicembre 2012,
  • valutato le osservazioni pervenute a seguito della consultazione on-line,
Sulla basi di tali considerazioni il Consiglio ha emanato la delibera attuativa dell'articolo 6 bis del Codice dei contratti.

Fonte: sito web AVCP

Delibera:
«Attuazione dell’art. 6bis del dlgs 163/2006 introdotto dall'art. 20, comma 1, lettera a), legge n. 35 del 2012

L'analisi dello stress lavorativo è collegato all'ambito di operatività del Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (TUSL). In particolare, l'articolo 28, comma 1-bis del TUSL fa riferimento allo stress lavoro - correlato, imponendone una specifica valutazione dal 1° agosto 2010.

Lo staff di tusciafisco.it propone una Nota informativa in materia di stress lavoro - correlato ed i relativi allegati:
Come ulteriori spunti di analisi del tema, si segnalano i seguenti documenti:

La riclassificazione del Conto economico è essenzialmente tesa a suddividere le aree della gestione economica in base alla loro pertinenza gestionale ed è finalizzato all'analisi dei costi e dei margini. Lo schema più utilizzato è quello a valore aggiunto, che permette di evidenziare alcuni risultati operativi intermedi quali l’Ebitda e l’Ebit.

La riclassificazione del conto economico “a valore aggiunto” è probabilmente il modello di riclassificazione maggiormente utilizzato.
Il Conto economico a valore aggiunto, pur ricalcando lo schema previsto dall’art. 2425 c.c., prevede che l’area operativa contenga tre margini intermedi:
-il valore aggiunto;
-il MOL (margine operativo lordo), che prende anche il nome di EBITDA (earnings before interests, taxes, depreciation and amortization);
-il MON (margine operativo netto), che prende anche il nome di EBIT (earning before interests and taxes).

Lo schema è il seguente:

CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO
Ricavi operativi
Variazioni rimanenze
Costi esterni (acquisto merce, materie prime, costi per servizi, godimento beni terzi)
= VALORE AGGIUNTO

Costi del personale
= MOL

Costi non monetari (ammortamenti e accantonamenti)
= EBIT

Proventi e oneri finanziari
= Risultato ante imposte

Imposte
= Utile d'esercizio

 

La riclassificazione del conto economico a costo del venduto. Questa configurazione è la più adatta invece per l’analisi dei costi nelle aziende di produzione.

CONTO ECONOMICO A COSTO DEL VENDUTO
Ricavi
Costo del venduto
= MARGINE INDUSTRIALE LORDO (gross margin)

Costi commerciali
Costi amministrativi
Costi altre aree
= REDDITO OPERATIVO

 

 

La cultura manageriale si riferisce all'insieme di valori, credenze, attitudini e comportamenti che caratterizzano la gestione e l'organizzazione di un'azienda. È il modo in cui i manager e i leader influenzano e guidano il comportamento degli altri membri dell'organizzazione. Le piccole e medie imprese (PMI) italiane costituiscono una parte essenziale dell'economia del paese. Tuttavia, per sfruttare appieno il loro potenziale e raggiungere livelli di successo più elevati, le PMI italiane dovrebbero concentrarsi di più sulla creazione di una solida cultura manageriale.

I Vantaggi della Cultura Manageriale per le PMI:

Leadership efficace: Una cultura manageriale ben sviluppata favorisce l'emergere di leader competenti e motivati. I manager preparati possono prendere decisioni informate, guidare il loro team e affrontare le sfide in modo efficace, migliorando l'efficienza e il successo complessivo dell'azienda.

Efficienza operativa: Una cultura manageriale incentrata sull'efficienza promuove l'adozione di processi e procedure ottimizzate. Questo permette alle PMI di operare in modo più fluido, ridurre gli sprechi, migliorare la qualità del lavoro e fornire prodotti e servizi di alta qualità in modo più efficiente.

Sviluppo del talento: Una cultura manageriale solida favorisce lo sviluppo del personale. I dipendenti si sentono valorizzati e hanno l'opportunità di acquisire nuove competenze e responsabilità. Ciò crea un ambiente di lavoro stimolante e contribuisce alla retention del talento, riducendo i costi di reclutamento e formazione.

Innovazione e adattabilità: Una cultura manageriale aperta all'innovazione e all'adattamento è fondamentale per il successo delle PMI italiane. I manager che promuovono la creatività e l'apprendimento continuo incoraggiano il team a trovare soluzioni innovative, adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e mantenere un vantaggio competitivo.

Coinvolgimento dei dipendenti: Una cultura manageriale solida promuove il coinvolgimento dei dipendenti. L'empowerment dei dipendenti li motiva a dare il massimo, migliorando l'ambiente lavorativo e la soddisfazione dei dipendenti stessi. Ciò porta a un maggior impegno verso gli obiettivi aziendali e migliori risultati complessivi.

Come migliorare la Cultura Manageriale:

Investire nella formazione: Le PMI dovrebbero fornire formazione e sviluppo manageriale ai loro leader e dipendenti. Questo può includere corsi, workshop, mentoring e programmi di coaching per sviluppare competenze manageriali chiave come leadership, comunicazione, gestione del tempo e problem solving.

Definire chiaramente i ruoli e le responsabilità: Una chiara definizione dei ruoli e delle responsabilità aiuta a evitare confusione e conflitti all'interno dell'organizzazione. Ogni membro del team dovrebbe sapere esattamente quali sono i propri compiti e come contribuire al raggiungimento
degli obiettivi aziendali.

Comunicazione efficace: La comunicazione è fondamentale per una cultura manageriale solida. I manager dovrebbero incoraggiare una comunicazione aperta e trasparente in tutta l'organizzazione, fornendo feedback regolari, tenendo riunioni efficaci e incoraggiando il dialogo tra i dipendenti.

Promuovere l'autonomia e l'iniziativa: I manager dovrebbero delegare responsabilità e promuovere l'autonomia dei dipendenti. Ciò significa permettere loro di prendere decisioni e assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Questo stimola l'iniziativa e favorisce lo sviluppo di competenze e la fiducia nel team.

Valorizzare la Cultura dell'apprendimento: Le PMI dovrebbero promuovere una cultura dell'apprendimento continuo, in cui i dipendenti siano incoraggiati a migliorarsi e a cercare costantemente nuove conoscenze. Questo può essere fatto attraverso la partecipazione a seminari, workshop, corsi online e la condivisione di risorse informative.

Favorire il coinvolgimento dei dipendenti: I manager dovrebbero coinvolgere i dipendenti nel processo decisionale e nell'identificazione degli obiettivi aziendali. Questo crea un senso di appartenenza e coinvolgimento, aumentando la motivazione e l'impegno dei dipendenti verso il successo dell'azienda.

Monitorare e valutare i progressi: È importante monitorare e valutare costantemente i progressi verso gli obiettivi aziendali. Ciò consente di identificare eventuali aree di miglioramento, apportare correzioni di rotta e riconoscere i successi del team. Una gestione basata sui dati e sulla misurabilità dei risultati favorisce una cultura manageriale orientata al raggiungimento delle performance.


La cultura manageriale rappresenta un vantaggio competitivo significativo per le PMI italiane. Una cultura manageriale solida promuove l'efficienza operativa, lo sviluppo del talento, l'innovazione, l'adattabilità e il coinvolgimento dei dipendenti. Le PMI possono migliorare la cultura manageriale investendo nella formazione, definendo chiaramente i ruoli e le responsabilità, promuovendo la comunicazione efficace, l'autonomia e l'iniziativa, valorizzando la cultura dell'apprendimento e coinvolgendo attivamente i dipendenti. Con una cultura manageriale forte, le PMI italiane possono sbloccare il loro pieno potenziale e raggiungere livelli di successo sempre maggiori nel contesto competitivo odierno.

 

Francesco Cacchiarelli economista di impresa & business partner dal 1989

 

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Per la progettazione, l'implementazione e il monitoraggio di un sistema di adeguati assetti aziendali scrivici   Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.   

Collaboriamo anche con revisori, avvocati, banche, CFO, consulenti, fondi interprofessionali, organismi di vigilanza, temporary manager.

 

La fiducia come vantaggio competitivo sostenibile

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Perché una certificazione degli adeguati assetti aziendali? Tu imprenditore te lo sei mai chiesto?

Benefici per il revisore nella certificazione di adeguati assetti e continuità aziendale da parte di un consulente esterno

 

 

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